remotizzato
p. pass. e agg. Gestito a distanza, detto di un computer, un collegamento, un’applicazione, un sistema; per estensione, gestito da remoto, detto di attività o strumentazioni, o sottoposto [...] le attività possono essere "remotizzate", ma quelle che hanno modo di essere svolte "altrove" fanno la felicità del lavoratore. (Sole 24 punto è comprendere se il lavoratore remoto ha reso il suo luogo di lavoro a casa (o in altre locazioni al di ...
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remotizzare
v. tr. Gestire a distanza un computer, un collegamento, un’applicazione, un sistema; per estensione, gestire da remoto determinate attività o strumentazioni, e, con riferimento a persone, [...] "Remotizzando" il servizio, come si dice in gergo, circa 760 dipendenti di Telecom potranno mantenere la propria sede di lavoro senza inefficienze. A questo punto, già che si è deciso di "remotizzare", si fa un ulteriore passo avanti: per 200 addetti ...
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programmazione
programmazióne s. f. [der. di programmare]. – 1. a. L’operazione, l’attività, il risultato del programmare: la p. dello studio, della ricerca (o di una ricerca), del lavoro, della produzione; [...] applicazione in economia (soprattutto a livello aziendale) e che consiste nello studio di tecniche e strumenti per risolvere problemi di , delle varie istruzioni), la messa a punto e la preparazione di una documentazione a uso dell’operatore. P ...
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difficile
diffìcile agg. [dal lat. difficĭlis, comp. di dis-1 e facĭlis «facile»]. – 1. a. Non facile, che richiede quindi sforzo, fatica, attenzione, abilità: d. a fare, a dire, a ottenere; impresa [...] difficili. Di problema, questione e sim., che richiede studio e applicazione, di uomo o donna che si dà importanza o fa sospirare i proprî favori e sim.; non fare il d.!, esortazione scherzosa o affettuosa alla semplicità. 3. Sostantivato, punto ...
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stacco1
stacco1 s. m. [der. di staccare] (pl. -chi). – 1. a. L’azione e l’atto di staccare o di staccarsi, il fatto di venire staccato, usato soprattutto nelle espressioni s. dei biglietti (dal libretto [...] l’intonaco non aderisce più in alcun punto al muro, si pone orizzontalmente il piano applicazione del telaio; dopo il trasferimento sul telaio l’affresco è liberato dalle tele di protezione e restaurato. 2. fig. a. Separazione, intervallo, mancanza di ...
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quarta
s. f. [femm. sostantivato dell’agg. quarto]. – 1. La quarta parte di un oggetto, di un elemento o di un ente. In questa accezione è ant. (per es., come sottounità di misura di peso e di superficie [...] vele di taglio e rispettivam. quadre), e più raramente la direzione di un punto rispetto alla prua; è usata anche la mezza q., angolo di 5 trova applicazione), contratto innominato che costituisce una forma speciale di colonìa con obbligo di miglioria ...
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minimo
mìnimo agg. e s. m. (f. -a) [dal lat. minĭmus, superl. di minor «minore»; v. meno]. – Piccolissimo, il più piccolo. Funge da superlativo di piccolo (come il lat. minĭmus rispetto a parvus) e si [...] (ma non da errore sistematico), consistente nell’applicazione della teoria di Legendre-Gauss per la quale tale valore più come rafforzativo, un po’ enfatico, di una negazione, con senso affine a affatto, punto e sim.: non ne sono minimamente ...
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profondo
profóndo agg. [lat. profŭndus, comp. di pro-1 e del sost. fundus «fondo2»; anche sostantivato al neutro, profundum]. – 1. a. Con riferimento a uno sviluppo in senso verticale, detto di massa [...] sotterra una p. grotta (Ariosto). c. Specificato da un numerale o da un avv. di quantità, indica la misura della profondità: un pozzo p. 30 m; in quel punto il mare è molto p.; nei punti dove il fiume è meno p.; i cassetti devono esser p. 50 cm circa ...
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schema
schèma s. m. [dal lat. schema, gr. σχῆμα -ματος «forma, aspetto, configurazione», da un tema di ἔχω «possedere, avere»] (pl. -i). – 1. Modello convenzionale, semplificato rispetto alla più complessa [...] della struttura materiale di uno stesso corpo possono essere adottati s. macroscopici (punto materiale, sistema continuo ) sulla base delle varie categorie: consentono l’applicazionedi queste ultime ai fenomeni, che sono pertanto unificati ...
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sapere2
sapére2 (ant. o dial. savére) v. tr. [lat. volg. *sapēre, per il lat. class. sapĕre «aver sapore; esser saggio, capire», che in epoca tarda ha sostituito nel sign. il lat. class. e letter. scire] [...] gruppo di nozioni, per averle apprese con lo studio, con l’applicazionepunto) più del diavolo, sapere dove il diavolo tiene la coda, dare prova di grande astuzia; saperla lunga, essere furbo, o anche sapere più di quanto si ha intenzione di ...
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punto di applicazione
punto di applicazione in geometria e in fisica, punto al quale si applica una grandezza vettoriale. Definita per esempio una forza (grandezza vettoriale caratterizzata da intensità, direzione e verso), essa può essere...