nesomidi
neṡòmidi s. m. pl. [lat. scient. Nesomyidae, dal nome del genere Nesomys, comp. del gr. νῆσος «isola» (con allusione all’habitat) e -mys «-mio»]. – Famiglia di roditori cui appartengono i ratti [...] del Madagascar, diffusi nelle foreste, nelle praterie e nelle zone umide dell’isola; una specie è presente anche in Sud Africa ...
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peramele
peramèle s. m. [lat. scient. Perameles, comp. del lat. class. pera «bisaccia, marsupio» e meles (o melis) «martora» o «tasso»]. – Genere di marsupiali peramelidi diffuso con poche specie in [...] Australia e Tasmania: sono simili a ratti, con muso allungato, piede con il primo dito tronco e privo di unghia; le femmine hanno un marsupio con apertura posteriore; sono onnivori e si nutrono soprattutto di insetti e altri piccoli animali che ...
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peramelidi
peramèlidi s. m. pl. [lat. scient. Peramelidae, dal nome del genere Perameles: v. peramele]. – Famiglia di mammiferi marsupiali, simili a ratti o conigli, alcuni esclusivi dell’Australia, [...] altri abitatori anche della Nuova Guinea e della Tasmania: hanno muso allungato, orecchie evidenti, arti anteriori più corti dei posteriori e con primo e quinto dito privo di unghie; sono animali notturni ...
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batomio
batòmio s. m. [lat. scient. Batomys, comp. del gr. βάτος «cespuglio» e -mys «-mio»]. – Genere di roditori (altrimenti detti ratti dei cespugli) della sottofamiglia dei murini, che vivono nelle [...] Filippine ...
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ratto2
ratto2 part. pass. [dal lat. raptus, part. pass. di rapĕre «rapire»], letter. ant. – Rapito: Ganimede, Quando fu ratto al sommo consistoro (Dante); Santo Francesco cominciò a parlare sì soavemente [...] ... che, discendendo sopra di loro l’abbondanza della divina grazia, tutti furono in Dio ratti (Fior. di s. Franc.); In dolce oblio l’hai ratto Già tante volte coi celesti carmi (Alfieri). ...
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sigmodonte
sigmodónte s. m. [lat. scient. Sigmodon, comp. di sigma e del gr. ὀδών «dente», con riferimento alla forma dei molari]. – Genere di roditori muridi che comprende specie diffuse nel continente [...] americano, comunem. note come ratti del cotone, caratterizzate dalla presenza di un rivestimento di smalto sui molari a forma di S. ...
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lordosi
lordòṡi s. f. [dal gr. λόρδωσις «curvatura, piegamento», der. di λορδόω «piegarsi, curvarsi»]. – 1. In medicina, curvatura, entro certi limiti fisiologica in altri casi patologica, della colonna [...] a concavità anteriore). 2. In etologia, la caratteristica posizione immobile adottata dalle femmine di alcuni mammiferi (cavie, ratti, istrici, ecc.) durante l’accoppiamento, con bacino sollevato, coda piegata lateralmente o alzata, e dorso inarcato ...
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pantegana
(o pantigana) s. f. [der. del lat. (mus) Pontĭcus «(topo) del Ponto, cioè del Mar Nero», con sviluppo del suff. -ĭcus in -icanus non infrequente in nomi etnici (cfr. Afrĭcus - Africanus)]. [...] – Nome diffuso in dialetti settentr. (romagnolo e veneto), ma noto anche altrove, per indicare i grossi topi di chiavica o ratti. ...
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brachitarsomio
brachitarsòmio s. m. [lat. scient. Brachytarsomys, comp. di brachy- «brachi-», gr. ταρσός «tarso» e -mys «-mio»]. – Genere di mammiferi roditori della famiglia nesomidi, cui appartengono [...] specie lunghe dai 20 ai 30 cm, simili a ratti, che vivono esclusivam. nel Madagascar. ...
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trichinella
trichinèlla s. f. [lat. scient. Trichinella (nome di genere), dim. di Trichina: v. trichina]. – Verme nematode (lat. scient. Trichinella spiralis, sinon. Trichina spiralis), parassita di [...] varî mammiferi (maiali, cani, gatti, orsi, ratti e uomo), che allo stadio adulto vive nella parete dell’intestino dove si riproduce liberando una grande quantità di larve che raggiungono la muscolatura striata e si incistano; qui le larve non sono in ...
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RATTI, Bartolomeo
Franco Colussi
RATTI (Rati, De Rattis), Bartolomeo. – Nacque a Padova nel 1565 e abbracciò la regola francescana nel convento di S. Antonio, divenendo pure sacerdote.
Sono scarse le notizie circa la sua formazione musicale,...
RATTI, Lorenzo
Noel O'Regan
RATTI, Lorenzo. – Nacque a Perugia da Girolamo e da Isapaola Ugolini nel 1589-1590.
Gian Vittorio Rossi (16452, pp. 170-173) lo dice infatti quattordicenne nel riferire un episodio miracoloso occorsogli a Roma...