conte
cónte s. m. [dal fr. e provenz. ant. conte, che è il lat. comes -mĭtis, propr. «compagno di viaggio», comp. di com (forma arcaica e compositiva per cum «con», con-) e tema di ire «andare»]. – 1. [...] delle province; nel medioevo il comes, nominato direttamente dal re e da lui dipendente, era giudice e supremo tutore dell e della cancelleria; anche, titolo dei grandi che circondavano il re. ◆ Dim. conticèllo, conticino, rari, e più com. contino ...
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vicere
viceré s. m. [comp. di vice- e re2]. – Titolo attribuito a partire dall’età rinascimentale a chi, in uno stato monarchico, esercitava in nome del re o dell’imperatore, con carattere normale e [...] in tutto il territorio dello stato (così, per es., Eugenio Beauharnais fu viceré dal 1805 del Regno d’Italia di cui era re Napoleone I imperatore dei Francesi) sia in una sua parte (come furono, dal 1818, i viceré del Regno lombardo-veneto, ch’era ...
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richiamare
v. tr. [comp. di ri- e chiamare]. – 1. Chiamare di nuovo: se avrò ancora bisogno di te, ti richiamerò; il telefono è ancora occupato, richiamerò più tardi; l’ho chiamato e richiamato, ma non [...] qui conta d’una guasca, come si richiamò a lo re di Cipri (Novellino); di che ella senza alcuna consolazion dolendosi, pensò d’andarsene a r. al re (Boccaccio); e più semplicem., dolersi, rammaricarsi: La sposa ...
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franco3
franco3 s. m. [dal fr. franc, tratto dalla leggenda Franc(orum) rex «re dei Franchi» ch’era impressa su queste monete nel sec. 14°] (pl. -chi). – In origine, la moneta d’oro coniata per la prima [...] volta in Francia nel 1360 sotto il re Giovanni II di Valois; il termine, rimasto poi a indicare varie monete della Francia (e anche la moneta di conto equivalente alla lira, quando il franco cessò d’essere una moneta reale), è la denominazione ...
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molle
mòlle agg. [lat. mŏllis]. – 1. a. Che cede al tatto o alla pressione; si contrappone direttamente a duro, ed è quindi sinon. di tenero, morbido, soffice, comune però solo in determinate locuz.: [...] di Castiglia); i m. ozî di Paride. e. Facile a cedere, condiscendente: come a quel fu molle Suo re ... (Dante). 4. In fonetica, consonante m., sinon. di consonante palatalizzata, in opposizione a dura nel sign. di non palatalizzata (v. duro, n. 3 c ...
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honni soit qui mal y pense
〈onì su̯à ki mal i pãs〉 (fr. ant. «sia svergognato colui che pensa male»). – Motto dell’ordine inglese della Giarrettiera, istituito, secondo una tradizione leggendaria, dal [...] III in onore della propria amante, la contessa di Salisbury, alla quale durante un ballo era caduta una giarrettiera; il re si precipitò a raccoglierla e rimproverò con tali parole i cortigiani che sorridevano dell’episodio. La frase è citata con ...
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volere2
volére2 v. tr. [lat. *vŏlēre, per il classico velle, formato su volo, volebam, volui] (pres. indic. vòglio [tosc., in proclisi, vo’], vuòi [poet. vuòli], vuòle [poet. o pop. vòle], vogliamo, [...] ha alcune varianti) l’erba voglio non cresce neanche nei giardini del re. c. Seguìto da un verbo all’infinito, esprime per lo più la ; ha voluto troncare ogni rapporto con quella società; el re Luigi fu messo in Italia dalla ambizione de’ Viniziani, ...
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scudo
s. m. [lat. scūtum e scūtus «scudo oblungo»]. – 1. a. Arma da difesa utilizzata un tempo a scopo bellico (è ancora in uso per tale scopo esclusivam. presso popoli primitivi) e attualmente dalle [...] sur le pavois, dall’antica usanza franca di sollevare il re eletto sugli scudi affinché il popolo lo vedesse e lo acclamasse scudi d’oro, coniati per la prima volta da Filippo di Valois re di Francia nel 1337, e poi molto diffusi anche in Italia, ...
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repellere
repèllere v. tr. e intr. [dal lat. repellĕre «respingere», comp. di re- e pellĕre «urtare, respingere»] (io repèllo, tu repèlli, ecc.; part. pass. repulso e ripulso; come intr., aus. avere). [...] in alcune delle forme semplici (manca il pass. rem.), oltre che nel part. pass. e nei tempi composti: Fu repulso dal Re, ch’in grande stato Maritar disegnava la figliuola (Ariosto); il tempio ... ch’ella [Bologna] innalzò a memoria della tirannia ...
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diatonia
diatonìa s. f. [tratto da diatonico]. – In musica, passaggio diretto del suono dall’uno all’altro grado della scala fondamentale (per es., dal do al re, al mi, al fa, ecc. nel tono di do maggiore; [...] o dal do diesis al re diesis, al mi naturale, al fa diesis, ecc. nel tono di do diesis minore). ...
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Diritto
Il capo riconosciuto e legittimo di uno Stato che si regge a monarchia. In quanto organo supremo, gode di un particolare stato giuridico, fondato su un insieme di prerogative che gli sono attribuite in considerazione della sua funzione...
Seconda nota della scala naturale di do, nei paesi germanici e anglosassoni detta D come nella antica notazione musicale alfabetica (➔ notazione). Il nome fu adottato nei paesi latini, dalla riforma di Guido d’Arezzo (11° sec.) in poi.