puntapiedi /punta'pjɛdi/ s. m. [comp. di punta(re)¹ e piede]. - (marin.) [parte lignea sulla quale i vogatori poggiano i piedi] ≈ pedagna. ...
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soirée /swa're/ s. f., fr. [propr. "serata", der. di soir "sera"]. - [festa elegante tenuta nella tarda sera e nella notte: s. danzante] ≈ serata. ‖ festa, gala, party, ricevimento. ...
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contaballe s. m. e f. [comp. di conta(re) e di balla¹ nel sign. pop. di "frottola, fandonia"], invar., pop. - [chi ha l'abitudine di raccontare frottole] ≈ [→ CONTAFROTTOLE]. ...
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contachilometri /kontaki'lɔmetri/ s. m. [comp. di conta(re) e chilometro]. - [nell'uso com., ma impropriamente, strumento che indica la velocità oraria di un veicolo] ≈ Ⓣ (tecnol.) tachimetro. ...
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contafrottole /konta'frɔt:ole/ s. m. e f. [comp. di conta(re) e frottola], invar. - [chi ha l'abitudine di raccontare frottole] ≈ (pop.) ballista, bugiardo, (pop.) contaballe, fanfarone, mentitore, raccontafavole, [...] vendifrottole, vendifumo ...
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solennità s. f. [dal lat. tardo sol(l)emnĭtas -atis]. - 1. [l'essere solenne: la s. di una cerimonia] ≈ grandiosità, imponenza, pompa, sfarzo. ↔ modestia, semplicità. ‖ austerità. 2. (estens.) a. [con [...] . ↔ miseria. ↑ squallore. b. [con riferimento a persona o situazione, aspetto austero, grave: la s. dell'incedere del re] ≈ austerità, gravità, severità. 3. (estens.) [ricorrenza religiosa o civile che viene celebrata in modo solenne: la grande s ...
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contaminuti s. m. [comp. di conta(re) e minuto²]. - (tecn.) [orologio che segnala con una suoneria un termine prefissato] ≈ temporizzatore, timer. ⇑ cronometro. ...
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contasecondi /kontase'kondi/ s. m. [comp. di conta(re) e (minuto) secondo]. - (tecn.) [dispositivo che misura il tempo in secondi] ≈ contatempo. ⇑ cronometro. ...
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Diritto
Il capo riconosciuto e legittimo di uno Stato che si regge a monarchia. In quanto organo supremo, gode di un particolare stato giuridico, fondato su un insieme di prerogative che gli sono attribuite in considerazione della sua funzione...
Seconda nota della scala naturale di do, nei paesi germanici e anglosassoni detta D come nella antica notazione musicale alfabetica (➔ notazione). Il nome fu adottato nei paesi latini, dalla riforma di Guido d’Arezzo (11° sec.) in poi.