guardinfante s. m. [comp. di guarda(re) "proteggere" e infante "bambino", sul modello dello sp. guardainfante]. - (abbigl.) [intelaiatura circolare, di ferro o legno, che si poneva sotto la gonna per tenerla [...] gonfia e tesa] ≈ (ant.) verducato, (ant.) verdugale ...
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rally /'ræli/, it. /'rɛl:i/ o /re'l:i/ s. ingl. [propr. "raduno", dal fr. rallier "riunire, radunare"] (pl. rallies), usato in ital. al masch. - (sport.) [competizione automobilistica di regolarità e resistenza] [...] ≈ ‖ raid. ⇑ corsa ...
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crepapancia /krepa'pantʃa/ [comp. di crepa(re) e pancia]. - [solo nella locuz. a crepapancia] ▲ Locuz. prep.: non com., a crepapancia [del mangiare, ridere e sim., in maniera smodata] ≈ a crepapelle, a [...] più non posso, da scoppiare, moltissimo, smodatamente, tantissimo ...
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crepapelle /krepa'pɛl:e/ [comp. di crepa(re) e pelle]. - [solo nella locuz. a crepapelle] ▲ Locuz. prep.: a crepapelle [del mangiare, ridere e sim., in maniera smodata] ≈ (non com.) a crepapancia, a più [...] non posso, da scoppiare, moltissimo, smodatamente, tantissimo ...
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spaventapasseri /spaventa'pas:eri/ s. m. [comp. di spaventa(re) e passero]. - [fantoccio posto nei campi per spaventare i passeri] ≈ spauracchio. ...
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guastafeste /gwasta'fɛste/ s. m. e f. [comp. di guasta(re) e festa], invar. - [persona importuna: essere un g.] ≈ (non com.) guastamestieri, impiastro, (volg.) rompipalle, (pop.) rompiscatole, (fam.) scocciatore, [...] seccatore ...
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spazzamine /spats:a'mine/ s. m. [comp. di spazza(re) e mina, calco dell'ingl. minesweeper], invar. - (marin.) [nave usata per la ricerca e il disinnesco delle mine] ≈ dragamine. ...
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spazzaneve /spats:a'neve/ s. m. [comp. di spazza(re) e neve], invar. - (trasp.) [veicolo per rimuovere la neve dalle strade] ≈ spalaneve, spartineve. ...
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Diritto
Il capo riconosciuto e legittimo di uno Stato che si regge a monarchia. In quanto organo supremo, gode di un particolare stato giuridico, fondato su un insieme di prerogative che gli sono attribuite in considerazione della sua funzione...
Seconda nota della scala naturale di do, nei paesi germanici e anglosassoni detta D come nella antica notazione musicale alfabetica (➔ notazione). Il nome fu adottato nei paesi latini, dalla riforma di Guido d’Arezzo (11° sec.) in poi.