ricevere /ri'tʃevere/ v. tr. [lat. recĭpĕre, der. di capĕre "prendere", col pref. re-]. - 1. a. [avere, come risultato di un atto di trasferimento, trasmissione e sim.: r. un pacco] ≈ prendere, ritirare. [...] ↔ inviare, spedire. ‖ *consegnare, *recapitare. b. [avere, come risultato di un atto di comunicazione e sim.: r. una notizia] ≈ accogliere, apprendere. ↔ comunicare, dare. 2. a. [fare entrare qualcuno ...
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richiedere /ri'kjɛdere/ v. tr. [lat. pop. requaerĕre (per il class. requirĕre), der. di quaerĕre "chiedere", col pref. re-] (coniug. come chiedere). - 1. [chiedere di nuovo, chiedere in restituzione e [...] sim.: debbo richiederti il solito favore; gli ho richiesto più volte i soldi che gli ho prestato] ≈ chiedere, ridomandare, [con riferimento a indennizzi e sim.] Ⓣ (giur.) ripetere. ‖ rivolere, volere indietro. ...
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ricompensare v. tr. [dal lat. tardo recompensare, der. di compensare "compensare", col pref. re-] (io ricompènso, ecc.). - [dare qualcosa in cambio di una prestazione, un favore, ecc., o dare un premio [...] per un'azione valida e sim.: lo ricompensò con un regalo; Dio possa r. la vostra carità] ≈ compensare, premiare, remunerare, retribuire, ricambiare, (lett.) rimeritare, ripagare ...
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riconciliare [dal lat. reconciliare, der. di conciliare "riunire insieme, conciliare", col pref. re-] (io riconcìlio, ecc.). - ■ v. tr. 1. [far tornare in pace o in buona armonia, anche con la prep. con [...] del secondo arg.: r. due fratelli; r. qualcuno con Dio] ≈ (non com.) raggiustare, rappacificare, (non com.) rappattumare, (lett.) riamicare, (non com.) riappaciare, riappacificare. ‖ riavvicinare, riunire. ...
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ricondurre [dal lat. reconducĕre, der. di conducĕre "condurre", col pref. re-] (coniug. come condurre). - ■ v. tr. 1. [condurre di nuovo, anche con la prep. a del secondo arg.: r. il proprio esercito alla [...] vittoria] ≈ (lett.) rimenare, riportare. 2. [far tornare al punto di partenza, spec. con la prep. a del secondo arg., anche fig.: lo pregò di ricondurla a casa] ≈ (lett.) ridurre, riportare. ■ ricondursi ...
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riconoscere /riko'noʃere/ [lat. recognōscĕre, der. di cognōscĕre "conoscere", col pref. re-] (coniug. come conoscere). - ■ v. tr. 1. [rendersi conto dell'identità di qualcuno o di qualcosa: saper r. una [...] banconota falsa; r. una persona dall'andatura] ≈ discernere, distinguere, identificare, individuare, (non com.) ravvisare, (lett.) scernere. 2. [considerare valido e operante, ammettere ufficialmente o ...
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ricordare [lat. recordari, der. di cor cordis "cuore" (in quanto ritenuto la sede della memoria), col pref. re-] (io ricòrdo, ecc.). - ■ v. tr. 1. [fare affiorare alla propria memoria, anche nella forma [...] ricordarsi: non r. un fatto; non riesco a ricordarmi come si chiama] ≈ avere presente, rammentare, richiamare alla mente, (lett.) rimembrare, ritenere. ↔ dimenticare, (lett.) obliare, scordare. 2. [essere ...
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ricorrere /ri'kor:ere/ v. intr. [lat. recurrĕre, der. di currĕre "correre", col pref. re-] (coniug. come correre; aus. essere, raro avere). - 1. [correre indietro da dove si era partiti, con la prep. a, [...] anche fig.: r. con la mente ai bei giorni passati] ≈ riandare, ripensare (a), ritornare, tornare. 2. a. [affidarsi a qualcuno per avere aiuto, informazioni, prestazioni e sim., con la prep. a: r. a qualcuno ...
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ricreare [dal lat. recreare, der. di creare "creare", col pref. re-] (coniug. come creare). - ■ v. tr. 1. [organizzare di nuovo un gruppo di persone e sim.] ≈ e ↔ [→ RICOSTITUIRE (1. a)]. 2. (fig.) [portare [...] sollievo, dando quasi nuova vita, anche assol.: un venticello che ricrea] ≈ rigenerare, rinvigorire, risollevare, ristorare, ritemprare, sollevare. ↔ indebolire, infiacchire. ↑ abbattere, deprimere. ■ ...
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Diritto
Il capo riconosciuto e legittimo di uno Stato che si regge a monarchia. In quanto organo supremo, gode di un particolare stato giuridico, fondato su un insieme di prerogative che gli sono attribuite in considerazione della sua funzione...
Seconda nota della scala naturale di do, nei paesi germanici e anglosassoni detta D come nella antica notazione musicale alfabetica (➔ notazione). Il nome fu adottato nei paesi latini, dalla riforma di Guido d’Arezzo (11° sec.) in poi.