ripetere /ri'pɛtere/ (ant. repetere) [dal lat. repetĕre, der. di petĕre "chiedere; avviarsi verso", col pref. re-]. - ■ v. tr. 1. a. (giur.) [fare richiesta in giudizio di una cosa cui si ritiene di aver [...] diritto: r. i danni] ≈ Ⓖ chiedere, Ⓖ richiedere, rivendicare. b. (lett.) [riandare indietro nel tempo ricordando fatti accaduti: E ripetendo quel che l'aveva detto Il cavalliero, in tal dolor discese, ...
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riporre /ri'por:e/ [lat. reponĕre, der. di ponĕre "porre", col pref. re-] (coniug. come porre). - ■ v. tr. 1. a. [porre di nuovo, spec. nell'espressione riporre mano: r. mano ai lavori] ≈ rimettere. b. [...] [porre una cosa nel luogo da cui si era presa: r. il dizionario nello scaffale dopo averlo consultato] ≈ mettere a posto, ricollocare, rimettere, riposare, risistemare. ↔ ritogliere, togliere. 2. [porre ...
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riprendere /ri'prɛndere/ [lat. repre(he)ndĕre, der. di pre(he)ndĕre "prendere", col pref. re-] (coniug. come prendere). - ■ v. tr. 1. a. [prendere di nuovo qualcosa: r. a nolo un'automobile] ≈ (fam.) ripigliare. [...] ● Espressioni: riprendere coscienza (o conoscenza o i sensi) ≈ e ↔ [→ RIPRENDERSI (1. a)]; riprendere in esame (o in considerazione) [esaminare qualcosa di nuovo allo scopo di approfondire i risultati ...
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ripudio /ri'pudjo/ s. m. [dal lat. repudium, prob. connesso con pes pedis "piede", col pref. re- (propr., l'atto di respingere con il piede)]. - 1. [il ripudiare chi è legato a noi affettivamente o socialmente, [...] con la prep. di: r. della famiglia] ≈ disconoscimento, ricusazione, rinnegamento, (iron.) scomunica. ↔ riconoscimento. 2. (estens.) a. [il non considerare più come proprio qualcosa di cui si è autore e ...
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ripugnare (non com. repugnare) v. intr. [dal lat. repugnare, der. di pugnare "combattere", col pref. re-] (io ripugno, ... noi ripugniamo, voi ripugnate, e nel cong. ripugniamo, ripugniate; aus. avere) [...] (con la prep. a). - 1. (lett.) a. [porre in atto una resistenza a qualcosa: r. all'altrui volontà, a una proposta] ≈ opporsi, recalcitrare, resistere. ↔ arrendersi, capitolare, cedere, piegarsi. ↓ accettare ...
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risanare /risa'nare/ v. tr. [dal lat. tardo resanare, der. di sanare "guarire", col pref. re-]. - 1. [far tornare sano qualcuno: il miracolo di Gesù che risana un infermo] ≈ guarire, sanare. 2. (fig.) [...] a. [sottoporre a bonifica un luogo paludoso e sim.: r. una zona malarica] ≈ bonificare, prosciugare. b. [sottoporre a decontaminazione un luogo inquinato] ≈ bonificare, decontaminare, disinquinare. ↔ contaminare, ...
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risarcire /risar'tʃire/ v. tr. [dal lat. resarcire, propr. "racconciare, rappezzare", der. di sarcire, col pref. re-] (io risarcisco, tu risarcisci, ecc.). - 1. (edil.) [riportare un elemento di una costruzione [...] allo stato originale] ≈ restaurare, riparare. ⇑ accomodare, aggiustare. 2. a. (giur.) [compensare qualcuno di un danno materiale o pecuniario, con la prep. di del secondo arg.: r. qualcuno dei danni riportati ...
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riscattare [lat. ✻reexcaptare, der. di captare "afferrare, prendere", coi pref. re- e ex-]. - ■ v. tr. 1. [riavere, pagando quanto si è ricevuto oltre agli oneri accessori, un oggetto dato in pegno come [...] garanzia di un prestito: r. un orologio d'oro impegnato] ↔ ‖ *impegnare. 2. a. (fig.) [dare a qualcuno libertà dalla servitù del peccato, da una tirannide e sim.: Gesù Cristo ha riscattato col suo sangue ...
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risecare /rise'kare/ v. tr. [dal lat. resecare, der. di secare "tagliare", col pref. re-] (io riséco, tu riséchi, ecc.), lett. - [togliere via qualcosa con un taglio, anche fig.: r. una spesa] ≈ (lett.) [...] precidere, resecare, [riferito ai rami di una pianta] potare. ↑ mozzare, recidere, tranciare, troncare. ‖ tagliare ...
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Diritto
Il capo riconosciuto e legittimo di uno Stato che si regge a monarchia. In quanto organo supremo, gode di un particolare stato giuridico, fondato su un insieme di prerogative che gli sono attribuite in considerazione della sua funzione...
Seconda nota della scala naturale di do, nei paesi germanici e anglosassoni detta D come nella antica notazione musicale alfabetica (➔ notazione). Il nome fu adottato nei paesi latini, dalla riforma di Guido d’Arezzo (11° sec.) in poi.