paggio /'padʒ:o/ s. m. [dal fr. page, di etimo incerto]. - 1. (stor.) [giovane nobile che serviva alla corte di un re, di un signore e sim.] ≈ (ant., poet.) damigello, (ant.) donzello, valletto. ‖ palafreniere. [...] 2. (stor.) [giovane servitore di un uomo d'arme] ≈ scudiero ...
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rispondere /ri'spondere/ [lat. respondēre (der. di spondēre "promettere", col pref. re-) con mutamento di coniug.] (io rispóndo, ecc.; pass. rem. rispósi, rispondésti, rispóse, ecc.; part. pass. rispósto). [...] - ■ v. intr. (aus. avere) 1. [dare una risposta a chi ha domandato qualcosa, seguito dalla prep. a, da prop. oggettiva implicita o esplicita o assol.: r. a qualcuno, a una domanda; gli risposi che non ...
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ristagnare v. intr. [dal lat. restagnare, der. di stagnare "impaludarsi", col pref. re-] (coniug. come stagnare¹; aus. avere). - 1. [di acqua corrente, fermarsi a formare uno stagno, una palude] ≈ impaludarsi, [...] stagnare. ↔ defluire, fluire, scorrere. 2. [di liquido in genere, interrompere il deflusso] ≈ [del sangue] coagularsi. ↔ defluire, scorrere. 3. (fig.) [di attività economica e sim., ridursi molto di intensità ...
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boccone² /bo'k:one/ s. m. [der. di bocca]. - 1. [quantità di cibo che si può mettere in bocca in una volta] ≈ (non com.) boccata, morso, (region.) mozzico. ‖ fetta, pezzo, tocco, tozzo, tranche, trancio. [...] pietanza. ‖ cena, pasto, pranzo, spuntino. b. [cibo ghiotto] ≈ e ↔ [→ BOCCONCINO (3. a)]. ● Espressioni: boccone da re (o da prete) ≈ ghiottoneria, leccornia, prelibatezza, squisitezza. ↔ porcheria, robaccia, schifezza. 3. [esca usata per avvelenare ...
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risultare /risul'tare/ (meno com. resultare) [dal lat. resultare, der. di saltare, col pref. re-; propr. "saltare indietro, rimbalzare"]. - ■ v. intr. (aus. essere) 1. [venire fuori come risultato di una [...] ricerca, di un'inchiesta e sim., con la prep. da o seguito da prop. soggettiva esplicita: dalle indagini risultano gravi a suo carico; dalla radiografia fatta è risultata una frattura] ≈ emergere, evidenziarsi, ...
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risuscitare /risuʃi'tare/ (o resuscitare) [dal lat. tardo (crist.) resuscitare (che nel lat. class. significava "risvegliare"), der. di suscitare "destare, suscitare", col pref. -re] (io risùscito, ecc.). [...] - ■ v. tr. 1. [far tornare in vita: Cristo risuscitò Lazzaro] ≈ richiamare in (o alla) vita. 2. (fig.) a. [far tornare viva una passione, un sentimento e sim.: r. odi, inimicizie] ≈ ravvivare, riaccendere, ...
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ritardare [lat. retardare, der. di tardare "tardare", col pref. re-]. - ■ v. intr. (aus. avere, non com. anche essere se il soggetto è inanimato) 1. [fare un'azione in ritardo, con la prep. a e l'inf.: [...] r. a rispondere, ad andare in ufficio] ≈ tardare. ‖ indugiare. 2. a. [assol., fare ritardo nel venire, nel giungere e sim., con la prep. di o assol.: anche oggi hai ritardato (di) mezz'ora; non r. mai] ...
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ritenere /rite'nere/ [dal lat. retinēre, der. di tenēre "tenere", col pref. re-] (coniug. come tenere). - ■ v. tr. 1. (non com.) [tenere di nuovo] ↔ restituire, riconsegnare. 2. a. (non com.) [fare azione [...] di trattenimento: r. il passo, il respiro, un grido] ≈ arrestare, contenere, fermare, (lett.) rattenere, tenere, trattenere, [impulsi e sim.] reprimere. ↓ controllare, frenare. ↔ lasciare andare, liberare. ...
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ritentare v. tr. [dal lat. retentare (o retemptare), der. di tentare (o temptare) "tentare", col pref. re-] (io ritènto, ecc.). - [tentare di nuovo, anche assol.: r. un'impresa; tentare e r.] ≈ riprovare. [...] ↔ abbandonare, desistere (da), rinunciare (a), [spec. con uso assol.] (fam.) mollare ...
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tappabuchi s. m. e f. [comp. di tappa(re) e buco], scherz. - [persona a cui si ricorre per rimediare alla momentanea assenza di altri: fare da t.] ≈ (non com.) turabuchi. ‖ jolly, sostituto, supplente. ...
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Diritto
Il capo riconosciuto e legittimo di uno Stato che si regge a monarchia. In quanto organo supremo, gode di un particolare stato giuridico, fondato su un insieme di prerogative che gli sono attribuite in considerazione della sua funzione...
Seconda nota della scala naturale di do, nei paesi germanici e anglosassoni detta D come nella antica notazione musicale alfabetica (➔ notazione). Il nome fu adottato nei paesi latini, dalla riforma di Guido d’Arezzo (11° sec.) in poi.