parlamento
parlaménto s. m. [der. di parlare2]. – 1. ant. L’atto, il fatto di parlare, e quindi conversazione, discorso in genere: stare in p.; tener p.; vani, inutili p.; dopo breve, lungo p.; Lo Patre [...] colloquio, entrare in ragionamenti: egli vi trasporta ad un tratto tra quelle rovine, e vi evoca le ombre degli antichi romani con cui viene a p. (Tarchetti). Più in partic., abboccamento, convegno, anche su affari politici, tra rappresentanti di due ...
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sessanta
agg. num. card. e s. m. [lat. pop. *sexàginta per il lat. class. sexagìnta, der. di sex «sei»], invar. – Numero intero formato da sei volte dieci, e il segno che lo rappresenta (in cifre arabe [...] 60, in numeri romani LX): s. metri; s. anni. Come s. m., il numero 60: il dieci nel s. sta sei volte; puntare sul s.; giocare il s.; al plur., i s., i sessant’anni di età di una persona, in espressioni quali essere sui s., avere circa sessant’anni; ...
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simiglievole
simigliévole agg. [der. di simigliare], ant. – Che assomiglia; rassomigliante, simile, affine: il popolo d’Italia, più simiglievole in ciò a’ greci che non a’ romani (Carducci). ...
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sessantaquattresimo
sessantaquattrèṡimo agg. num. ord. e s. m. – Che, in una sequenza o in una successione ordinata, occupa il posto corrispondente al numero sessantaquattro (in cifre arabe 64°, in numeri [...] romani LXIV): arrivare, classificarsi s.; con valore frazionario, la s. parte, o, come s. m., un s. (1/64), ciascuna delle 64 parti uguali in cui può essere divisa un’unità. In tipografia e in bibliografia, in sessantaquattresimo (in-64°), locuz. ...
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sessantesimo
sessantèṡimo agg. num. ord. e s. m. [der. di sessanta]. – Che, in una sequenza o in una successione ordinata, occupa il posto corrispondente al numero sessanta (in cifre arabe 60°, in numeri [...] romani LX): il s. anniversario; classificarsi s. in una graduatoria. Con valore frazionario, la s. parte, o, come s. m., un s., ciascuna delle sessanta parti uguali in cui si può dividere l’unità: un minuto primo è un s. di un’ora. ...
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falerno
falèrno agg. e s. m. [dal lat. Falernus]. – Antico nome (Agro f., lat. Ager Falernus) della Campania settentr., prima appartenente ai Capuani, poi annessa (fine del sec. 4° a. C.) al territorio [...] dei Romani. Era celebrato dagli antichi scrittori per il suo vino, chiamato appunto falerno (lat. vinum falernum, o falernum s. neutro), nome che nell’uso poet. divenne sinon. di vino prelibato; sono ancor oggi così chiamati alcuni vini tipici della ...
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laticlavio
laticlàvio s. m. [dal lat. laticlavium, neutro sostantivato dell’agg. laticlavius, comp. di latus «largo» e clavus «striscia di porpora»]. – Presso gli antichi Romani, la tunica orlata di [...] una larga striscia di porpora, portata dai senatori e poi anche dai membri delle famiglie senatorie (che la indossavano all’uscita dalla minore età). Per estens., e spesso scherz. (con riferimento a tempi ...
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celeuma
celèuma (ant. celèusma) s. m. [dal lat. celeuma e celeusma, gr. κέλευμα e κέλευσμα, der. di κελεύω «esortare, comandare»] (pl. -i). – Voce con cui, presso gli antichi Greci e Romani, il celeuste [...] dava alle ciurme la cadenza della voga; cantilena delle ciurme stesse per vogare secondo il ritmo dato dal celeuste ...
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celeuste
celèuste (raro celeùste) s. m. [dal lat. tardo celeustes, gr. κελευστής, der. di κελεύω; v. celeuma]. – Capo della ciurma, presso gli antichi Greci e Romani, che scandiva il ritmo della voga: [...] Or sì or no s’udiva il canto roco Del celeùste (D’Annunzio) ...
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latifondo
latifóndo s. m. [dal lat. latifundium, comp. di latus «vasto» e fundus «fondo, podere»]. – Grande estensione di terreno, incolta o estensivamente coltivata, caratterizzata dal fatto che il [...] l’effetto di creare un’economia depressa basata sui consumi anziché sulla produzione; formatosi storicamente già all’epoca dei Romani, il latifondo si consolidò in Italia durante il medioevo col feudalesimo; oggi, attraverso leggi e riforme, è stato ...
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ORDINES ROMANI
Nicola Turchi
. Raccolta di rubriche cerimoniali (non di preghiere, le quali invece sono contenute nei sacramentarî, antifonarî, salterî) che descrivono e documentano lo sviluppo della liturgia papale in Roma dai sec. VI al...
Scrittore (Colledara 1855 - Firenze 1910). Insegnante di liceo (dal 1893 a Firenze), si occupò di critica letteraria (soprattutto Dante) e artistica; lasciò, in Colledara (1907), un'affettuosa e vivace descrizione di luoghi e figure a lui cari....