prendere
prèndere v. tr. [lat. prehĕndĕre e prĕndĕre] (pass. rem. io prési [ant. prendéi, prendètti], tu prendésti, ecc.; part. pass. préso [ant. priso]). – 1. Afferrare cosa o persona con le mani o [...] di, l’odore di, ecc., o semplicem. prendere di (p. d’aceto, di muffa, di fumo). 9. Derivare, in senso fig.: i Romani presero quest’usanza dagli Etruschi; p. principio, p. origine da qualche cosa. Nell’uso fam.: è un’abitudine che ha preso dalla madre ...
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gregorina
s. f. – Moneta d’oro pontificia del valore di 5 scudi romani fatta coniare a Roma nel 1835 dal papa Gregorio XVI, con la doppia g. da 10 scudi e la mezza g. da scudi 21/2. ...
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clipeo
clìpeo s. m. [dal lat. clipeus]. – 1. a. Scudo metallico, rotondo, usato dai soldati romani fino alla fine del 5° sec. a. C. b. In archeologia, il disco di metallo o di marmo contenente immagini [...] di divinità o di eroi (v. clipeato). 2. In zoologia, parte anteriore del tegumento del capo degli insetti, che forma una specie di scudo su cui si inserisce il labbro superiore ...
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prenome
prenóme s. m. [dal lat. praenomen, comp. di prae- «pre-» e nomen «nome»]. – Il nome individuale, che presso gli antichi Romani precedeva il gentilizio, e nell’uso moderno precede il cognome; [...] è termine storico, letter. e giuridico, mentre nel linguaggio com. si preferiscono i sinon. nome di battesimo, primo nome o semplicem. nome ...
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ventesimo
ventèṡimo agg. num. ord. [der. di vénti]. – 1. Che, in una sequenza ordinata, occupa il posto corrispondente al numero 20: volume v. (in cifre arabe 20°, in numeri romani XX); il v. secolo [...] (v. anche vigesimo). 2. Con valore partitivo e frazionario, la v. parte, o, come s. m., un v. (numericamente 1/20), ciascuna delle venti parti uguali in cui è diviso un intero. ◆ Gli ordinali successivi ...
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venti
vénti agg. num. card. [lat. pop. tardo vĭnti, per il lat. class. vīgĭnti]. – Due volte dieci, numero composto di due decine, e il segno che lo rappresenta (in cifre arabe 20, in numeri romani XX): [...] torno fra v. minuti; non ha ancora compiuto vent’anni; una casa alta quasi v. metri. Sottintendendo un sostantivo: sono le sette e v. (minuti); andare per i v. (anni d’età); ci vediamo stasera alle v. ...
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venticinque
venticìnque agg. num. card. [comp. di vénti e cinque], invar. – Numero composto di due decine e cinque unità (in cifre arabe 25, in numeri romani XXV): si è laureato in medicina a v. anni; [...] costerà circa v. euro; sostantivato: puntare sul v., sul numero 25; Tribunale dei v. (savî), magistratura della Repubblica Veneta con giurisdizione su cause civili. Con valore indeterminato, per indicare ...
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venticinquesimo
venticinquèṡimo agg. num. ord. [der. di venticinque]. – 1. Che, in una sequenza ordinata, occupa il posto corrispondente al numero 25 (in cifre arabe 25°, in numeri romani XXV): essere, [...] arrivare v., in una gara, in un concorso; volume v., di un’enciclopedia, di un ampio trattato, di una collana di libri, ecc. 2. Con valore partitivo e frazionario, la v. parte, o, come s. m., un v. (numericamente ...
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pasticcio
pastìccio s. m. [lat. pop. *pastīcium, der. di pasta «pasta»]. – 1. Pietanza per lo più costituita da un involucro di pasta frolla o d’altro tipo e da un ripieno di pasta alimentare, precedentemente [...] (e molte volte la raffazzonatura era opera degli impresarî). 4. In architettura, nome dato a rilievi composti di frammenti romani e di integrazioni di stucco che nel tardo Cinquecento e nel Seicento furono posti ad ornamento delle pareti, sia esterne ...
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spalmare
v. tr. [der. di palma1, col pref. s- (nel sign. 5); propr. «distendere con la palma della mano»]. – 1. a. Stendere uniformemente sulla superficie di un oggetto un leggero strato di una sostanza [...] ; anche con la particella pron. (con ufficio di compl. di termine): spalmarsi il viso con (o di) una crema antisolare; i Romani, dopo il bagno, si spalmavano il corpo d’olio. b. fig. Distribuire qualcosa, più o meno uniformemente, nel tempo o nello ...
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ORDINES ROMANI
Nicola Turchi
. Raccolta di rubriche cerimoniali (non di preghiere, le quali invece sono contenute nei sacramentarî, antifonarî, salterî) che descrivono e documentano lo sviluppo della liturgia papale in Roma dai sec. VI al...
Scrittore (Colledara 1855 - Firenze 1910). Insegnante di liceo (dal 1893 a Firenze), si occupò di critica letteraria (soprattutto Dante) e artistica; lasciò, in Colledara (1907), un'affettuosa e vivace descrizione di luoghi e figure a lui cari....