stesura
s. f. [der. di stendere, dal part. pass. steso]. – L’azione e il risultato dello stendere, soprattutto con riferimento ai colori, nella tecnica della pittura: la prima s., una seconda s. del [...] con riferimento a opera letteraria o ad altro documento, sinon. di redazione, come forma in cui il testo viene redatto: il contratto, il capitolo ci è pervenuto in due diverse s.; tra la prima e la seconda s. del romanzo ci sono notevoli differenze. ...
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cosmopoli
cosmòpoli s. m. [comp. di cosmo- e -poli], letter. – Propriam., città mondiale, città che ha caratteri universali (così Paul Bourget chiamò Roma in un suo romanzo, Cosmopolis, del 1893). In [...] stampe clandestine, nome fittizio usato talvolta al posto del vero nome del luogo ove il libro era stampato: in C. alla macchia hanno stampato la Cicceide (Redi) ...
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vanita
vanità s. f. [dal lat. vanĭtas -atis, der. di vanus «vano, vuoto»]. – 1. a. letter. Il fatto, la condizione di essere senza corpo, privo di consistenza materiale: Noi passavam su per l’ombre che [...] le vostre tempie! (Dante); la fiera delle v., espressione che ricalca l’ingl. vanity fair (nota soprattutto come titolo del romanzo di W. M. Thackeray, Vanity Fair, 1848) per indicare un ambiente di frivolezza e di dispersione. 2. Riferito a persona ...
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science fiction
〈sàiëns fìkšën〉 (o science-fiction) locuz. ingl. (propr. «finzione a sfondo scientifico»), usata in ital. come s. f. – Espressione equivalente all’ital. fantascienza, adoperata anche [...] per indicare un singolo racconto o romanzo, una singola azione scenica oppure un film, di argomento, sviluppo e carattere fantascientifico. ...
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condotta
condótta s. f. [der. di condurre, nei varî sign. del verbo]. – 1. a. Ufficio del condurre e capitanare milizie, comando supremo: un esercito grossissimo militava sotto la c. dell’arciduca Carlo [...] letterario o d’arte, rispetto all’ordine, all’ampiezza, alla proporzione delle parti, ecc.: c. di un poema, di un romanzo, di una tragedia, di una sinfonia. c. Comportamento tattico, rendimento dei contendenti in una gara sportiva: l’accorta c. di ...
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peste
pèste s. f. [dal lat. pestis «distruzione, rovina, epidemia», prob. affine a peior, pessimus]. – 1. a. Malattia infettiva e contagiosa, ad alta mortalità, dovuta al batterio Yersinia pestis, trasmesso [...] del Boccaccio sulla peste del 1348, quella del Manzoni sulla peste del 1630, e, in tempi recenti, quella di un’epidemia immaginaria, nel romanzo La peste (1947) di A. Camus. b. Locuz.: non avrà mica la p., non ci sarà mica la p., frasi enfatiche o ...
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gracile
gràcile agg. [dal lat. gracĭlis]. – 1. a. Di persona (e più spesso di bambini o di fanciulle), magro, delicato, di costituzione fisica debole e poco resistente alla fatica e ai disagi: è una [...] manchi di forza, di nerbo: il g. gambo di un fiore; anche fig.: idee, pensieri g.; la trama di questo romanzo è davvero molto gracile. 2. In anatomia: muscolo g., muscolo della coscia (detto anche muscolo retto interno), nastriforme e sottile, che ...
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eponimo
epònimo agg. e s. m. (f. -a) [dal gr. ἐπώνυμος, comp. di ἐπί sopra» e ὄνομα, ὄνυμα «nome»]. – 1. Divinità, eroe o altro personaggio che (spec. con riferimento all’antichità) dà il nome a una [...] del Golgi»), una sindrome o malattia (per es., «morbo di Basedow»), e sim.; meno com., il personaggio da cui prende il titolo un romanzo, un dramma o sim., o anche la novella o l’articolo da cui si intitola un intero volume. 4. Come agg., è talora ...
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reggere
règgere v. tr. e intr. [lat. rĕgĕre «guidare, dirigere, governare»] (io règgo, tu règgi, ecc.; pass. rem. rèssi, reggésti, ecc.; part. pass. rètto). – 1. tr. a. Tenere su, sostenere diritto o [...] ); e fig.: è un prodotto che regge alla concorrenza; il tuo ragionamento non regge a un attento esame; l’ultimo suo romanzo non regge al confronto con i precedenti. Con diversa costruzione: non poteva più r. dall’ira, dalla rabbia (anche, dalla fame ...
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luna
s. f. [lat. lūna, affine a lūx «luce»]. – 1. a. Unico satellite naturale della Terra (l’oggetto celeste ad essa più vicino), di forma quasi sferica, privo di acqua e di atmosfera, la cui luminosità [...] senso di semplicione, sciocco (anche per gioco di parole fra tondo e tonto). Osteria della l. piena, quella dove, nel romanzo manzoniano, viene condotto Renzo dal suo sconosciuto accompagnatore la sera del tumulto di Milano (Pr. Sp., XIV: «entrò in ...
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Alle origini delle moderne letterature europee, ampio scritto in lingua volgare, dapprima in versi poi anche in prosa, che narra avventure eroiche in margine alla storia o di pura invenzione; così nel r. cavalleresco e nel r. cortese, anch’esso...
In linguistica e in filologia, lo stesso che neolatino (➔ neolatine, lingue); filologia r., quella che ha per oggetto di studio, soprattutto comparativo, i testi letterari, antichi ma anche moderni, redatti nelle lingue romanze, e la cultura...