ridacchiare
(non com. ridicchiare) v. intr. [der. di ridere] (io ridàcchio, ecc.; aus. avere). – Ridere a brevi tratti, per più volte, con suono un po’ smorzato; per lo più con intenzione iron. o maligna [...] o spreg., e comunque senza abbandono o cordialità: a quella proposta si limitò a r.; vorrei sapere che cosa avete da r. voi due; Invece si misero a ridacchiare, e facendo a spallate, con due faccie gioconde da impuniti, imboccarono (Pasolini). ...
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giorno
giórno s. m. [lat. tardo diŭrnum (tempus), dall’agg. diurnus «giornaliero», der. di dies «giorno»]. – 1. In astronomia, intervallo di tempo entro il quale la rotazione della Terra attorno al proprio [...] un bel g. si venne a sapere tutta la verità; verrà un g. in cui ti ricorderai di quanto ti dico (e più espressivamente, loro (Dante); Cantando vai finché non more il g. (Leopardi). In usi fig., e come termine di confronto: vedere la luce del g ...
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poppante
agg. e s. m. e f. [part. pres. di poppare]. – Lo stesso che lattante, bambino che ancora succhia il latte, non ancora divezzato: Una p. volgesi e dal viso Tondo sorride (Carducci). Si usa spesso [...] in tono iron. o spreg., per sottolineare l’immaturità o l’inesperienza dei giovani, spec. se si danno arie da adulti: che cosa ne vuoi sapere tu, che sei ancora un poppante! ...
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ignoranza
s. f. [dal lat. ignorantia]. – 1. Con sign. ristretto, l’ignorare determinate cose, per non essersene mai occupato o per non averne avuto notizia: i. dei proprî doveri; i. di una scienza, di [...] violazione; cullarsi nell’i.; confesso la mia i., per scusarsi dinon intendersi di una data materia o di ignorare cose che si dovrebbero sapere. 2. Più comunem., la condizione di chi è ignorante, cioè privo d’istruzione: vivere nell’i.; sollevarsi ...
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gradire
v. tr. [lat. *gratire, der. di gratus «gradito, accetto»] (io gradisco, tu gradisci, ecc.). – 1. Ricevere, accogliere, accettare di buon animo, con soddisfazione, con piacere: g. un regalo, una [...] sapere, di sentire; gradiremmo che glielo dicessi tu; se permetti, gradirei farti una domanda; ma può anche esprimere risentimento o desiderio più imperioso: gradirei sapere chi vi ha dato quest’ordine. 2. non com. Con uso intr. (aus. avere), essere ...
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skypare
v. intr. Telefonare mediante la rete telematica, utilizzando il programma Skype. ◆ [tit.] Ecco skypare e googlare / Tradurre o tenere i nuovi verbi della tecnica? [testo] […] lo ammetto: non [...] (sedici lettere contro cinque). […] ora dobbiamo decidere: cosa ne facciamo di skype e google? Traduciamo, conserviamo, coniughiamo? Io ho scelto: dall’Australia, skyperò. Voi, fatemi sapere. (Beppe Severgnini, Corriere della sera, 18 ottobre 2007, p ...
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perche
perché avv. e cong. [comp. di per e che1 o che2]. – Grammaticalmente, oltre alle funzioni di avverbio interrogativo e di congiunzione, che sono le più frequenti, può avere quella di pronome relativo [...] che è detto prima: «Oggi non ho intenzione di uscire di casa» «Perché?»; non hai risposto alla mia domanda: fam., il suo bravo p.); i p. sono molti e non tutti si possono dire; l’ha fatto senza un p.; vuol sapere il p. (fam., il p. e il percome); il ...
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ignorare
v. tr. [dal lat. ignorare, corradicale di ignarus (v. ignaro), con vocalismo modificato per influenza di ignotus] (io ignòro, ecc.). – Nonsapere, non conoscere: i. le cause di un fatto; ignoravo [...] sapere o che dispiace non sia conosciuto: non puoi i. la gravità della tua situazione; sono fatti che nessuno dovrebbe ignorare. Il verbo è usato talvolta (sul modello del ted. e dell’ingl.) col particolare sign. di fingere o ostentare dinon ...
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perculare
v. tr. (volg.) Deridere, sbeffeggiare, sfottere; beffare. ◆ Madre Teresa di Calcutta in completo Armani. A breve cavaliere del lavoro. In altre parole in Kirby impari a prendere per il culo [...] il prossimo. (Michela Murgia, Il mondo deve sapere. Romanzotragicomico di una telefonista precaria, Isbn 2010, p. 71, per ora sta facendo il suo sviluppo negli ambienti underground, ancora non ha accesso all'uso ufficiale. Ma il verbo "perculare" c' ...
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certo1
cèrto1 agg., agg. e pron. indef., s. m. [lat. certus]. – 1. agg. Riferito a persona: a. Sicuro, fermamente persuaso: sono c. di quanto affermo; era certissimo di giungere in tempo; far c., rendere [...] indarno L’umana speme (Leopardi). b. Di cui non si può dubitare: l’ho appreso da testimonio certo. 2. agg. Riferito a cosa: a. Che non può essere, o che non è, messo in dubbio: è una notizia c.; sono fatti c.; l’ho saputo da fonte c.; dare per certa ...
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ITALIA
Roberto Almagià
Giovanni Tommasini
Lazzaro Dessy
Vincenzo Longo
Gino Ducci
Giuseppe Santoro
Roberto Tremelloni
Luigi Bernabò-Brea
Luigi Salvatorelli
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Arnaldo Bocelli
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