nuotare
(raro e ant. notare) v. intr. [lat. natare, con alterazione non bene spiegata della vocale] (io nuòto, ecc.; il dittongo tende a mantenersi anche fuori d’accento per evitare l’ambiguità con notare [...] presto a n.) sia dell’uomo: sapere, nonsapere n.; imparare, insegnare a n.; n. bene, male; n. come un pesce, con sicurezza e agilità; nuotavo in superficie inseguendo una spigola in un tratto di mare irto di scogli taglienti (Raffaele La Capria); n ...
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guidare
v. tr. [dal provenz. guidar, di origine franca]. – 1. a. Accompagnare, condurre qualcuno facendogli da guida: g. una comitiva, un amico; g. alla visita di una città, di un museo; g. per luoghi [...] . da una luce lontana. Con senso più concr.: g. la mano di qualcuno; g. un arnese, uno strumento, perché vada diritto. b. specifico il verbo pilotare). Usato assol., condurre un autoveicolo: sapere, nonsapere g.; sto imparando a g.; g. bene, male, ...
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voltare
v. tr. e intr. [lat. volg. *voltare, da *volvitare, per il lat. class. volŭtare, der. di volvĕre «volgere»] (io vòlto, ecc.). – 1. tr. a. Muovere, piegare una parte del corpo in una direzione [...] spalle alla fortuna, non volerla o saperla sfruttare; v. le spalle a qualcuno, non volerne più sapere, abbandonarlo, disprezzarlo: vedere agli altri, in varî giochi di carte; v. le pagine di un libro, di un quaderno, di un giornale, e v. pagina, per ...
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battere
bàttere v. tr. e intr. [lat. tardo battĕre, dal lat. class. battuĕre]. – 1. tr. In genere, colpire ripetutamente con le mani o con altro arnese: a. In senso proprio: b. qualcuno, picchiarlo, [...] muro, per indicare disperazione, dispiacere per qualche errore commesso; non saper dove b. il capo, nonsapere a chi né dove rivolgersi, nonsapere a quale partito appigliarsi, e sim.; sono curioso di vedere dove andrà a b., cioè come si risolverà ...
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venire
v. intr. [lat. vĕnire] (pres. indic. vèngo [ant. o poet. vègno], vièni, viène [poet. ant. vène], veniamo [ant. vegnamo], venite, vèngono [ant. o poet. vègnono]; pres. cong. vènga [ant. o poet. [...] equivalenti a ma che mi racconti?, non vorrai insegnare a me!). Può anche indicare l’inizio di un fatto, di uno stato: guai se la cosa si venisse a sapere!; analogam., con un sostantivo deverbale: v. a conoscenza di qualche cosa, v. a maturazione. In ...
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grazia
gràzia s. f. [dal lat. gratia, der. di gratus «gradito; riconoscente»]. – 1. Qualità naturale di tutto ciò che, per una sua intima bellezza, delicatezza, spontaneità, finezza, leggiadria, o per [...] regnare. Ha sign. meno solenne in locuzioni del linguaggio com.: io non ho la g. di essere, di avere, disapere, ecc.; domani, per g. di Dio, è vacanza; fam., grazia di Dio, quanto serve a soddisfare i bisogni dell’uomo, e spec. la roba da mangiare ...
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miracolo
miràcolo s. m. [dal lat. miracŭlum «cosa meravigliosa», der. di mirari «ammirare, meravigliarsi»]. – 1. a. In genere, qualsiasi fatto che susciti meraviglia, sorpresa, stupore, in quanto superi [...] manifestazioni esagerate o insistenti di vario genere (di dolore, di stupore scandalizzato, di protesta, di stizza, di sdegno, di disgusto, ecc.): quanti m. per un aeroplano che passa, come se tu non ne avessi mai visti!; sapevi che le cose andavano ...
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virgola
vìrgola s. f. [dal lat. virgŭla, dim. di verga «verga»: propr. «verghetta»]. – 1. a. Segno di punteggiatura, simile a un bastoncino leggermente ricurvo (,), che indica pausa debole all’interno [...] del periodo: sapere, nonsapere usare la v.; mettere, disporre bene le v.; qui ci vuole una v.; mettere i punti e le v., curare la punteggiatura di un brano. Per estens., alludendo alla scarsa rilevanza e alla piccolezza del segno: ho trascritto il ...
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che2
che2 〈ké〉 pron. e agg. [lat. quid e altre forme pronominali] (radd. sint.). – È parola frequentissima, con usi varî: può essere pronome relativo, interrogativo, esclamativo, indefinito; con valore [...] fine, a qual pro (a che far tante questioni?); che più?, che dovrei fare, o dire, di più, e sim. (che più? vi ho detto quanto sapevo); efficace la locuz. fam. che è che non è, tutt’a un tratto, da un momento all’altro: me ne stavo beato in poltrona ...
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poco
pòco (tronc. po’ 〈pò〉) agg., pron. e avv. [lat. paucus] (pl. m. -chi). – 1. agg. Indica in genere quantità o numero limitato, scarso, e si contrappone direttamente a molto. Quindi, unito a un sost. [...] far p., ne ricaverà venti o trentamila euro); saperedi p., aver poco sapore (questa frutta sa di p.) e, in senso fig., essere insignificante, non destare interesse (un romanzo, un film, una ragazza che sa di poco). In unione con il verbo mancare, e ...
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