assai
assài avv. [lat. ad satis]. – 1. A sufficienza, quanto basta: Non pianger più, non m’hai tu pianto a.? (Petrarca); chi per la patria muor, vissuto è a., nota frase proverbiale tratta da due versi [...] però «Chi per la gloria muor, ecc.»); in funzione di pron. neutro, averne a. di qualcuno, di qualcosa, esserne stufo o sazio, non volerne più sapere. 2. Più spesso equivale a molto: a. Con valore di avverbio: è già a. quello che ho fatto per voi ...
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replicare
v. tr. [dal lat. replicare, propr. «ripiegare» (der. di plicare «piegare»); il sign. «replicare» è del lat. dei giuristi: cfr., per il passaggio semantico, ritorcere] (io rèplico, tu rèplichi, [...] presto», replicò l’amico; alla sua ultima lettera non avevo nulla da replicare; replicai dinonsapere (o che nonsapevo) molto della faccenda. Più com., rispondere contraddicendo o obiettando: io non voglio r., a quello che voi avete detto, alcuna ...
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enciclopedia
enciclopedìa s. f. [dal lat. rinascimentale encyclopaedia, corrispondente a un gr. *ἐγκυκλοπαιδεία, formatosi nella tradizione manoscritta di autori latini (Quintiliano, Plinio) da ἐγκύκλιος [...] ’International Encyclopedia of Unified Science, 1938). 2. Compendio, spesso illustrato, di tutto il sapere (e. generale), espresso in forma chiara e, almeno in parte, non specialistica (in ordine alfabetico, ma talvolta con un ordinamento oggettivo o ...
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tremacuore
tremacuòre (o tremacòre) s. m. [comp. di tremare e cuore], non com. – Batticuore, ma solo in senso fig., ansia, trepidazione: sii prudente, non mi far stare col t.; ho sempre il t. quando [...] tarda a tornare; anche palpitazione di cuore per timore improvviso: Messer Malatestino, Che te lo vedi innanzi all’improvviso Senza sapere donde sia venuto, E ti mette ogni volta Il tremacuore come la fantasima (D’Annunzio). ...
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sostantivare
v. tr. [der. di sostantivo]. – In linguistica, usare in funzione di sostantivo un’altra parte del discorso, e soprattutto un aggettivo (per es.: i buoni, gli eterni scontenti; con valore [...] giusto, invece degli astratti corrispondenti), oppure un verbo (il pensare, il viaggiare, tra il dire e il fare), un avverbio (nonsapere il come e il perché, precisare il dove e il quando). ◆ Part. pass. sostantivato, frequente come agg., riferito a ...
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pubblicabile
pubblicàbile agg. [der. di pubblicare]. – Che si può pubblicare, che ha i requisiti per la pubblicazione, per la diffusione per mezzo della stampa: una notizia p., non p.; un manoscritto [...] difficilmente p. perché di scarso interesse; l’editore gli ha fatto sapere che il suo romanzo per ora non è pubblicabile. ...
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saltafosso
saltafòsso s. m. [comp. di saltare e fosso]. – Domanda tranello, inganno, abile accorgimento con il quale, fingendo disapere quello che in realtà non si sa, si induce una persona a rivelare [...] cose che non voleva assolutamente dire: mi ha teso un s. e io ci sono ingenuamente cascato. ...
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febbre
fèbbre (ant. fèbre) s. f. [lat. fĕbris]. – 1. Aumento della temperatura corporea al disopra della norma (cioè in genere sopra i valori considerati normali di 36,5-37 °C), dovuto a cause morbose [...] f. continua, con oscillazioni quotidiane che non superano i limiti di un grado; f. subcontinua, con : f. politica; f. dell’oro; f. del sapere; f. d’onori, di guadagno, di lodi, d’applausi; voglio sapere subito tutto, ho la f. addosso. Con altro senso ...
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velinista
s. m. e f. e agg. (iron.) Chi o che tende a imitare una velina televisiva, ad assumerne gli atteggiamenti. ◆ Se i valori dominanti sono quelli pallonari e velinisti, se i maschietti hanno come [...] , Giovanni Floris e Marco Travaglio.Un fendente tocca anche a Beatrice Borromeo, tra le conduttrici di «Annozero». Mastella la definisce «velinista» e dice dinonsapere con quale concorso la ragazza sia entrata in Rai. (Arena, 6 ottobre 2007, p. 3 ...
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innocente
innocènte agg. e s. m. e f. [dal lat. innŏcens -entis, comp. di in-2 e nocens «dannoso, colpevole», part. pres. di nocere «nuocere»]. – 1. a. Non colpevole, privo di una determinata colpa morale [...] e per la decorazione robbiana. ◆ Dim. innocentino, per lo più sostantivato e con intonazione iron.: non fare l’innocentina, non fingere dinonsapere niente (per un’accezione partic., v. innocentino); accr. innocentone, come sost. (f. -a), anch’esso ...
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ITALIA
Roberto Almagià
Giovanni Tommasini
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