latino
agg. e s. m. (f. -a) [lat. Latīnus]. – 1. a. Relativo o appartenente all’antico popolo di origine indoeuropea che in età storica abitava il Lazio; del Lazio antico, o di Roma, dei Romani: i popoli [...] di l., ecc.; anche, modo di scrivere in latino, composizione o esercizio di traduzione in lingua latina: il tuo l. è molto scorretto, è pieno di errori. Saperedi ; non intende altro l. che le legnate (quindi, anche, efficace mezzo di persuasione ...
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quanto1
quanto1 agg., pron., avv. e s. m. [lat. quantus agg., quantum avv.]. – Indica, con valore interrogativo e relativo, la quantità, come grandezza o misura (numero), estensione o durata, di singoli [...] sa neppur lui quanto vale; né anche si potrà sapere a quanti siamo del mese, perché non si stamperanno più lunari (Leopardi). Ellitticamente: sono contento di rivederti e non ti dico quanto (sia contento); ci ho lavorato, Dio sa quanto. 2. In frasi ...
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rassicurazionismo
s. m. Atteggiamento teso a rassicurare; azione o comportamento che mira a creare artificialmente un clima di distensione, basato sulla sottovalutazione del pericolo. ♦ I morti di “rassicurazionismo” [...] la “certezza del diritto” e il “dubbio della ragione”? Oggi gli scienziati appaiono uniti e certissimi (soprattutto dinonsapere) mentre i giudici, alle prese con le frontiere della scienza, ondeggiano come studenti impreparati. Sono paradossi che ...
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cercare
v. tr. [lat. tardo cĭrcare «andare intorno», der. di circa «intorno»] (io cérco, tu cérchi, ecc.). – 1. a. Adoperarsi per trovare o ritrovare cosa o persona: c. la penna, la chiave di casa, gli [...] filosofo venne a visitarmi per c. il mio parere su un libro (P. Verri). e. Studiarsi di scoprire, di venire a sapere, a conoscere: c. la verità; non bisogna stare a c. perché il Signore ci castiga (Verga). 3. Perlustrare, visitare attentamente: poi ...
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lecito
lécito (ant. lìcito) agg. [lat. lĭcĭtus, part. pass. di licēre «esser lecito»]. – Che è ammesso dalle leggi morali, che è conforme alle norme dell’onestà o della convenienza, al buon costume, [...] cortesia), non è cioè proibito, quando qualcuno si adombra a una nostra domanda o si rifiuta di rispondere; non è l., non è permesso se è l. (sottint. domandartelo)?; se è l., potrei saperedi che cosa sono accusato? ◆ Avv. lecitaménte, in modo lecito ...
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cabarettaro
s. m. (iron.) Attore da cabaret, che intrattiene il pubblico con battute facili e estemporanee. ◆ Ha mai incontrato la signora Franca Ciampi che definì la sua tv «una tv deficiente»? «Mai. [...] Però, più tardi, mi ha fatto sapere che non ce l’aveva con me, un toscano come suo marito il presidente, ma con la televisione nel sapendo che devo più al primo che alla seconda, e concedere spazio alla mia anima di “cabarettaro”, capace di inventare ...
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patto
s. m. [lat. pactum, der. di pacisci «patteggiare» (che ha la stessa radice di pax pacis «pace»), part. pass. pactus]. – 1. a. In genere, convenzione, accordo fra due persone o fra due parti: fare, [...] il p., osservarlo: Ma pensa poi dinon tenere il patto, Perché non ha timor né riverenzia Di Dio o di santi (Ariosto); p. d’amicizia, persona che riesce a fare, a ottenere o a sapere cose straordinarie). b. P. sociale, nella concezione filosofico ...
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meraviglia
meravìglia (tosc. o letter. maravìglia) s. f. [lat. mīrabĭlia, propr. «cose meravigliose» (pl. neutro dell’agg. mīrabĭlis «mirabile, meraviglioso»), con alterazione della quantità e del timbro [...] talvolta s’aggiunge e madre del sapere. b. Con valore attivo, il far meravigliare: È del poeta il fin la meraviglia (Parlo de l’eccellente, non del goffo): Chi non sa far stupir, vada a la striglia, noti versi di G. B. Marino (La Murtoleide, XXXIII ...
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accortezza
accortézza s. f. [der. di accorto]. – L’essere accorto; perspicacia, astuzia prudente e previdente: avere a., essere dotato di grande a.; agire con molta a.; la proverbiale a. di Ulisse; precisando: [...] ha avuto l’a. dinon farlo sapere a nessuno. ...
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insaputa
s. f. [der. disapere, col pref. in-2, ricalcato sul fr. à l’insu de ..., à mon insu, ecc.]. – Propr., non consapevolezza (cfr. saputa); si usa solo nelle locuz. all’i. di qualcuno, all’i. di [...] che qualcuno o che alcuno lo sapesse, senza far sapere nulla ai genitori; oppure a mia, a nostra i., ecc., senza che io, che noi lo sapessimo, di nascosto da me, da noi, ecc. Tali locuzioni sono riferite di solito a persone che operano o a fatti che ...
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ITALIA
Roberto Almagià
Giovanni Tommasini
Lazzaro Dessy
Vincenzo Longo
Gino Ducci
Giuseppe Santoro
Roberto Tremelloni
Luigi Bernabò-Brea
Luigi Salvatorelli
Mario Torsiello
Aldo Garosci
Arnaldo Bocelli
Giovanni Becatti
Giulio Carlo...