lasciare
v. tr. [lat. laxare «allargare, allentare, sciogliere», der. di laxus «largo, allentato»] (io làscio, ecc.). – 1. Smettere di tenere, o di stringere, di reggere, di premere: da subita paura [...] il cane lasciò la presa; reggi forte la lampada e bada dinon lasciarla (più com., con questo senso, lasciar cadere); l. il casa; iron., si può sapere dove hai lasciato la testa?; decidetevi: o prendere o l.!; i ladri non hanno lasciato nulla, hanno ...
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andare1
andare1 v. intr. [etimo incerto; nella coniugazione, il tema and- si alterna in alcune forme con il tema vad- del lat. vadĕre «andare»] (pres. indic. vado [tosc. o letter. vo, radd. sint.], vai, [...] compromettersi troppo: temeva di essere andato troppo avanti con la ragazza, e dinon poter più ritirare la sapere l’andamento o l’esito di un fatto, la riuscita di un’azione e sim.; a. di male in peggio, peggiorare continuamente; al contrario, a. di ...
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scientismo1
scientismo1 s. m. [dal fr. scientisme]. – Termine coniato in Francia nella seconda metà del sec. 19°, e diffuso poi altrove, di volta in volta con sign. positivo o negativo, per indicare [...] dell’uomo, quello delle scienze fisiche e sperimentali, e svaluta quindi ogni altra forma disapere (compresa la filosofia) che non accetti i metodi proprî di queste scienze; oggi il termine è usato nel suo significato negativo, per indicare l ...
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nascere
nàscere v. intr. [lat. nasci, da una radice indoeur. presente anche nei temi lat. gen-, gign- e nel gr. γίγνομαι «nascere, diventare»] (io nasco, tu nasci, ecc.; pass. rem. nàcqui, nascésti, [...] dell’aristocrazia: come nasce?, riferendosi a persona di cui si vuol sapere il casato). Seguito da compl. predicativo, E nella fausta sorte e nella ria (Leopardi). In usi iperbolici, fam.: non è ancora nato, o deve ancora n., chi lo superi, chi mi ...
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notizia
notìzia s. f. [dal lat. notitia, der. di notus «conosciuto»]. – 1. a. letter. Conoscenza, come acquisizione o possesso di una cognizione, relativamente a cose, fatti o persone (con questa accezione, [...] c. non com. Nozione, come mezzo per giungere alla conoscenza di settori determinati del sapere o anche di attività pratiche: impartire, o possedere, alcune n. elementari di grammatica, di chimica, di disegno, di enologia; e come sinon. di nozione in ...
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strada
s. f. [lat. tardo strata (sottint. via), femm. sostantivato di stratus, part. pass. di sternĕre «stendere, selciare»; propr. «(via) massicciata»]. – 1. a. Striscia di terreno più o meno lunga [...] lo chiamai ma egli seguitò la sua s. senza darmi retta; non ha aperto bocca per tutta la s.; in costruzione assol., strada nella professione, nella stima, ecc.: è un giovane che ha saputo farsi s.; di cose: la verità si fa s. da sé, riesce sempre ...
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tappo
s. m. [dal franco tappo]. – 1. a. Manufatto di sughero o di altri materiali (legno, gomma, plastica, metallo, vetro, vetro smerigliato, ecc.), per lo più di forma cilindrica o troncoconica, usato [...] il t. a una bottiglia o a un fiasco di vino (e, riferito al vino, saperedi tappo, avere preso un sapore e un odore sgradevole sostituzione della spoletta quando, per esperimenti o esercitazioni, non si vuole che il proietto scoppi all’arrivo sul ...
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esperienza
esperiènza (ant. esperiènzia, speriènza, speriènzia) s. f. [dal lat. experientia, der. di experiri: v. esperire]. – 1. a. Conoscenza diretta, personalmente acquisita con l’osservazione, l’uso [...] dell’animo umano; Non vogliate negar l’esperïenza, Di retro al sol, del mondo sanza gente (Dante); I secoli d’ignoranza medesimi ... servono d’istruzione e di sperienza ai secoli illuminati (Beccaria); imparare, intendere, sapere, conoscere, parlare ...
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stuzzicare
v. tr. [prob. voce onomatopeica] (io stùzzico, tu stùzzichi, ecc.). – 1. Toccare ripetutamente e frugare con un oggetto sottile e appuntito, usato per lo più nell’intr. pron.: stuzzicarsi [...] tutti i modi per farlo parlare; è molto permaloso, sarà meglio non stuzzicarlo; non stuzzicare il can che dorme! (altra forma con cui viene formulato la curiosità di qualcuno, e anche essere stuzzicato dalla curiosità (disapere, di conoscere, ecc ...
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voglioso
voglióso agg. [der. di voglia]. – 1. Che facilmente s’invoglia, s’incapriccia di qualcosa: ragazzo v.; donna vogliosa. 2. letter. a. Desideroso, bramoso: Lo dir de l’una e de l’altra la vista [...] fer v. di saper lor nomi (Dante). b. Volenteroso, mosso da buona volontà: Ecco v. anch’io Ad onorar nostra dolente madre Porto quel che mi lice (Leopardi): sostantivato: vorrei un po’ sapere chi sarà quel v. che venga quassù a veder se c’è o non c’è ...
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