terzo
tèrzo agg. num. ord. e s. m. [lat. tertius, der. di tres «tre»]. – 1. agg. a. Che, in una sequenza ordinata, occupa il posto corrispondente al numero tre, viene cioè dopo altri due (in cifre arabe [...] tra due litiganti il t. gode (prov.); al plur., genericam., i t., gli altri: non vorrei farlo sapere a terzi; purché ciò avvenga senza danno o pericolo di terzi; vendite, acquisti, servizî bancarî, contrattazioni per conto terzi; nell’uso fam., il t ...
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sorriso2
sorriso2 s. m. [der. di sorridere, sul modello di riso1]. – L’atto e il modo di sorridere: s. dolce, maliconico, malizioso; un s. di scherno, di compatimento; un s. acido, un s. forzato; fare [...] al sorriso Insidïando (Foscolo). ◆ Dim. sorrisétto, spec. se non benevolo o forzato: un sorrisetto ironico, sarcastico, di compiacenza; meno com. sorrisino: aveva sulle labbra il lieve sorrisino di chi sa e intanto finge dinonsapere (Capuana). ...
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silenzio
silènzio s. m. [dal lat. silentium, der. di silens -entis, part. pres. di silēre «tacere, non fare rumore»]. – 1. a. Assenza di rumori, di suoni, voci e sim., come condizione che si verifica [...] dello sport, dello spettacolo, della cronaca ecc.); passare sotto silenzio, tacere di qualche cosa, non farla sapere, tenerla nascosta: è un fatto molto grave, che non si può passare sotto silenzio. Dimenticanza, oblio: avvolgere un avvenimento nel ...
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lasciare
v. tr. [lat. laxare «allargare, allentare, sciogliere», der. di laxus «largo, allentato»] (io làscio, ecc.). – 1. Smettere di tenere, o di stringere, di reggere, di premere: da subita paura [...] il cane lasciò la presa; reggi forte la lampada e bada dinon lasciarla (più com., con questo senso, lasciar cadere); l. il casa; iron., si può sapere dove hai lasciato la testa?; decidetevi: o prendere o l.!; i ladri non hanno lasciato nulla, hanno ...
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andare1
andare1 v. intr. [etimo incerto; nella coniugazione, il tema and- si alterna in alcune forme con il tema vad- del lat. vadĕre «andare»] (pres. indic. vado [tosc. o letter. vo, radd. sint.], vai, [...] compromettersi troppo: temeva di essere andato troppo avanti con la ragazza, e dinon poter più ritirare la sapere l’andamento o l’esito di un fatto, la riuscita di un’azione e sim.; a. di male in peggio, peggiorare continuamente; al contrario, a. di ...
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scientismo1
scientismo1 s. m. [dal fr. scientisme]. – Termine coniato in Francia nella seconda metà del sec. 19°, e diffuso poi altrove, di volta in volta con sign. positivo o negativo, per indicare [...] dell’uomo, quello delle scienze fisiche e sperimentali, e svaluta quindi ogni altra forma disapere (compresa la filosofia) che non accetti i metodi proprî di queste scienze; oggi il termine è usato nel suo significato negativo, per indicare l ...
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nascere
nàscere v. intr. [lat. nasci, da una radice indoeur. presente anche nei temi lat. gen-, gign- e nel gr. γίγνομαι «nascere, diventare»] (io nasco, tu nasci, ecc.; pass. rem. nàcqui, nascésti, [...] dell’aristocrazia: come nasce?, riferendosi a persona di cui si vuol sapere il casato). Seguito da compl. predicativo, E nella fausta sorte e nella ria (Leopardi). In usi iperbolici, fam.: non è ancora nato, o deve ancora n., chi lo superi, chi mi ...
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notizia
notìzia s. f. [dal lat. notitia, der. di notus «conosciuto»]. – 1. a. letter. Conoscenza, come acquisizione o possesso di una cognizione, relativamente a cose, fatti o persone (con questa accezione, [...] c. non com. Nozione, come mezzo per giungere alla conoscenza di settori determinati del sapere o anche di attività pratiche: impartire, o possedere, alcune n. elementari di grammatica, di chimica, di disegno, di enologia; e come sinon. di nozione in ...
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strada
s. f. [lat. tardo strata (sottint. via), femm. sostantivato di stratus, part. pass. di sternĕre «stendere, selciare»; propr. «(via) massicciata»]. – 1. a. Striscia di terreno più o meno lunga [...] lo chiamai ma egli seguitò la sua s. senza darmi retta; non ha aperto bocca per tutta la s.; in costruzione assol., strada nella professione, nella stima, ecc.: è un giovane che ha saputo farsi s.; di cose: la verità si fa s. da sé, riesce sempre ...
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tappo
s. m. [dal franco tappo]. – 1. a. Manufatto di sughero o di altri materiali (legno, gomma, plastica, metallo, vetro, vetro smerigliato, ecc.), per lo più di forma cilindrica o troncoconica, usato [...] il t. a una bottiglia o a un fiasco di vino (e, riferito al vino, saperedi tappo, avere preso un sapore e un odore sgradevole sostituzione della spoletta quando, per esperimenti o esercitazioni, non si vuole che il proietto scoppi all’arrivo sul ...
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ITALIA
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