erudire
v. tr. [dal lat. erudire, comp. di e-1 e rudis «rozzo»; cfr. dirozzare] (io erudisco, tu erudisci, ecc.). – Ammaestrare, istruire: e. qualcuno; e. la mente, l’intelletto; nel rifl., erudirsi, [...] non sia specificata la materia in cui si erudisce, s’intende generalmente dare i primi elementi del sapere: e. i fanciulli, gli ignoranti; in altri casi, ammaestrare con l’insegnamento in una particolare disciplina o argomento, più con abbondanza di ...
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puntino
s. m. [dim. di punto2]. – 1. In genere, piccolo punto, minuscolo segno, o anche elemento, corpo puntiforme. a. In senso proprio: disegnare una linea, una serie di puntini; questo p. nero è il [...] proprio per un p.; per un p. sono arrivato secondo; c’è mancato un p. che non battessi la testa. 2. A puntino, locuz. avv. di uso familiare, con grande cura, precisione, esattezza, o minuziosamente, perfettamente, e sim., spesso in grafia unita ...
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sistemare
v. tr. [der. di sistema] (io sistèmo, ecc.). – 1. Ordinare, organizzare in sistema, riferito all’ordinamento e alle classificazioni delle scienze naturali e quindi, per estens. (ma non com.), [...] : ora ti sistemo io!; se lo viene a sapere suo padre, lo sistema come si merita! ◆ Part. pass. sistemato, con valore verbale e di agg. nelle varie accezioni: una specie di mammiferi non ancora sistemata; un ambiente ben sistemato; una vertenza ...
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alfabeto
alfabèto s. m. [dal lat. tardo alphabetum, gr. tardo ἀλϕάβητος, comp. dei nomi delle due prime lettere ἄλϕα e βῆτα]. – Complesso di segni, ciascuno dei quali indica un suono consonantico o vocalico [...] l’a. cirillico, ecc.; conoscere, imparare l’a.; in usi estens. e fig.: nonsapere neppure l’a., essere del tutto ignorante; non conoscere neanche l’a. di qualche cosa, non conoscerne i primi elementi, i principî essenziali (e analogam., imparare l’a ...
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checchessia
checchessìa (o che che sia) pron. indef. [comp. di checché e sia, congiuntivo di essere], ant. o letter. – Qualunque cosa, qualsivoglia cosa: crede disapere ch.; si trastulla con ch.; in [...] frasi negative, equivale a nulla, alcuna cosa: Socrate da principio non ebbe in animo di fare quest’innovazione, né d’insegnar che che sia (Leopardi). ...
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memoria
memòria s. f. [dal lat. memoria, der. di memor -ŏris «memore»]. – 1. a. In generale, la capacità, comune a molti organismi, di conservare traccia più o meno completa e duratura degli stimoli [...] senza bisogno di avere lo spartito davanti); sapere a m., essere in grado di ripetere esattamente le parole di un testo di appunti o di altri espedienti cui si ricorre perché ci rammentino un impegno o altra cosa che ci preme dinon dimenticare ...
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santo
agg. e s. m. (f. -a) [lat. sanctus, propr. part. pass. di sancire «sancire, rendere sacro», in rapporto etimologico con sacer «sacro», essendo anche questo connesso con sancire]. – 1. agg. a. In [...] con riferimento a cose o fatti poco gradevoli o meritevoli di critica: sono stanco di lavorare tutto il s. giorno; mi tormenta tutto il è facile arrivare in fondo; nonsapere a che s. votarsi o raccomandarsi, non saper che cosa fare, trovarsi in ...
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mollare1
mollare1 v. tr. e intr. [der. dell’agg. molle] (io mòllo, ecc.). – 1. tr. a. Allentare, lasciar andare o far scorrere lentamente, una fune, un cavo, una catena e sim., cessando di tirare, liberando [...] scorrere liberamente (in senso fig.: m. in bando un lavoro, abbandonarlo, non portarlo a termine; ha mollato in bando ogni cosa, ha smesso di occuparsene, non ne ha voluto più sapere, e sim.); m. l’ancora, affondarla; m. gli ormeggi, sciogliere i ...
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intendere
intèndere v. tr. [dal lat. intendĕre, comp. di in-1 e tendĕre «tendere, rivolgere, mirare a»] (coniug. come tendere). – Verbo di largo uso e di molteplici significati, che si possono ricondurre [...] la prep. di: non intendevo di te, non intendevo affatto di questo (dove si può sottintendere: parlare di te, di questo). Con che ser Ciappelletto al frate diceva (Boccaccio). I. una lingua, saperla tanto da poter capire ciò che si sente e si legge, e ...
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mondo2
móndo2 s. m. [lat. mŭndus (voce d’incerta origine), che designò dapprima la volta celeste e i corpi luminosi che la popolano, poi la Terra e i suoi abitanti, assumendo poi, nel linguaggio della [...] in un altro m.; si sentì trasportato in un m. nuovo; analogam., nonsapere più in che m. si è, di chi, per turbamento o altro, non si raccapezza più: don Abbondio nonsapeva più in che mondo si fosse (Manzoni). c. Con varie determinazioni, ciascuno ...
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ITALIA
Roberto Almagià
Giovanni Tommasini
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Vincenzo Longo
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Giuseppe Santoro
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Luigi Bernabò-Brea
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