alfabeto
alfabèto s. m. [dal lat. tardo alphabetum, gr. tardo ἀλϕάβητος, comp. dei nomi delle due prime lettere ἄλϕα e βῆτα]. – Complesso di segni, ciascuno dei quali indica un suono consonantico o vocalico [...] l’a. cirillico, ecc.; conoscere, imparare l’a.; in usi estens. e fig.: nonsapere neppure l’a., essere del tutto ignorante; non conoscere neanche l’a. di qualche cosa, non conoscerne i primi elementi, i principî essenziali (e analogam., imparare l’a ...
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checchessia
checchessìa (o che che sia) pron. indef. [comp. di checché e sia, congiuntivo di essere], ant. o letter. – Qualunque cosa, qualsivoglia cosa: crede disapere ch.; si trastulla con ch.; in [...] frasi negative, equivale a nulla, alcuna cosa: Socrate da principio non ebbe in animo di fare quest’innovazione, né d’insegnar che che sia (Leopardi). ...
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santo
agg. e s. m. (f. -a) [lat. sanctus, propr. part. pass. di sancire «sancire, rendere sacro», in rapporto etimologico con sacer «sacro», essendo anche questo connesso con sancire]. – 1. agg. a. In [...] con riferimento a cose o fatti poco gradevoli o meritevoli di critica: sono stanco di lavorare tutto il s. giorno; mi tormenta tutto il è facile arrivare in fondo; nonsapere a che s. votarsi o raccomandarsi, non saper che cosa fare, trovarsi in ...
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mollare1
mollare1 v. tr. e intr. [der. dell’agg. molle] (io mòllo, ecc.). – 1. tr. a. Allentare, lasciar andare o far scorrere lentamente, una fune, un cavo, una catena e sim., cessando di tirare, liberando [...] scorrere liberamente (in senso fig.: m. in bando un lavoro, abbandonarlo, non portarlo a termine; ha mollato in bando ogni cosa, ha smesso di occuparsene, non ne ha voluto più sapere, e sim.); m. l’ancora, affondarla; m. gli ormeggi, sciogliere i ...
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intendere
intèndere v. tr. [dal lat. intendĕre, comp. di in-1 e tendĕre «tendere, rivolgere, mirare a»] (coniug. come tendere). – Verbo di largo uso e di molteplici significati, che si possono ricondurre [...] la prep. di: non intendevo di te, non intendevo affatto di questo (dove si può sottintendere: parlare di te, di questo). Con che ser Ciappelletto al frate diceva (Boccaccio). I. una lingua, saperla tanto da poter capire ciò che si sente e si legge, e ...
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mondo2
móndo2 s. m. [lat. mŭndus (voce d’incerta origine), che designò dapprima la volta celeste e i corpi luminosi che la popolano, poi la Terra e i suoi abitanti, assumendo poi, nel linguaggio della [...] in un altro m.; si sentì trasportato in un m. nuovo; analogam., nonsapere più in che m. si è, di chi, per turbamento o altro, non si raccapezza più: don Abbondio nonsapeva più in che mondo si fosse (Manzoni). c. Con varie determinazioni, ciascuno ...
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addietro
addiètro avv. [comp. di a e dietro]. – 1. In un luogo alle spalle della persona o della cosa di cui si parla o a cui s’allude: cinque passi a.; andare, venire, tornare a.; dare a., indietreggiare, [...] fare alcun progresso, rimanere arretrato nel campo del sapere e sim.: farsi a., e più com. tirarsi a., rifiutare di fare quanto viene chiesto; lasciare qualcosa a., non farla, rinviarla ad altro tempo; voltarsi, volgersi a., con la mente: voltiamoci ...
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ragione
ragióne s. f. [lat. ratio -onis (der. di ratus, part. pass. di reri «fissare, stabilire»), col sign. originario di «conto, conteggio»]. – 1. a. La facoltà di pensare, mettendo in rapporto i concetti [...] . in altre frasi: se taccio ho le mie r.; avrà le sue buone r. dinon volerlo vedere; se ti ha fatto chiamare, ci sarà la sua r.; non c’è r., non vedo r. (anche, non c’è o non vedo nessuna r.) di prendersela tanto. Ormai ant. le locuz. è ragione, è ...
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riferire2
riferire2 v. tr. [lat. referre, comp. di re- e ferre «portare»] (io riferisco, tu riferisci, ecc.). – 1. a. Di notizie, fatti, discorsi, riportarli, cioè comunicarli, farli sapere ad altri: [...] . pron., rapportarsi, alludere: mi riferisco alla dimostrazione già data; non comprendo a che cosa tu ti voglia riferire. In geometria, r. un ente geometrico a un dato sistema di riferimento, rappresentare quell’ente mediante una o più equazioni le ...
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interrogare
v. tr. [dal lat. interrogare, comp. di inter- e rogare «chiedere»] (io intèrrogo, tu intèrroghi, ecc.). – 1. Rivolgere a qualcuno una o più domande per avere chiarimenti, informazioni, spiegazioni [...] per sapere ma anche per accertarsi che uno sappia o per trarre dalle sue risposte un giudizio: non parlare quando non sei interrogato; i. uno sulle sue intenzioni, sopra i fatti avvenuti, intorno alle cause dell’assenza; meno com. con la prep. di ...
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