pollo
póllo s. m. [lat. pŭllus «animale giovane» in genere]. – 1. a. Nome generico dei gallinacei domestici (lat. scient. Gallus gallus), cioè del gallo e della gallina, derivati dalle specie selvatiche [...] i p., cose assurde, ridicole, strampalate; conoscere i proprî p., sapere con chi si ha a che fare; fare il p., fare il rallidi (Porphyrio porphyrio), di medie dimensioni, con piumaggio di colore azzurro, placca frontale e dita non lobate; ha le ...
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tragedia
tragèdia (poet. ant. tragedìa) s. f. [dal lat. tragoedia, e questo dal gr. τραγῳδία, comp. di τράγος «capro» e ᾠδή «canto»]. – 1. a. Opera e rappresentazione drammatica che si caratterizza, [...] t. per tutta la famiglia; capire cosa le accadeva, sapere se dentro di lei stava svolgendosi una t. o semplicemente una guerra (Clara contrarietà di piccolo conto: non è il caso di fare (tante) tragedie; se trova la stanza in disordine è capace di ...
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curiosita
curiosità s. f. [dal lat. curiosĭtas -atis]. – 1. a. L’essere curioso, sia per abitudine sia in determinate circostanze: è di una c. veramente indiscreta; la mia c. era legittima. b. Desiderio [...] di vedere, disapere, a fine di pettegolezzo o anche per amore del conoscere, come stimolo intellettuale: interessarsi ai fatti mettere in c. qualcuno; soddisfare la c. di qualcuno; non capiva e non riusciva a immaginare che cosa il merciaio potesse ...
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unico1
ùnico1 agg. [dal lat. unĭcus, der. di unus «uno, uno solo»] (pl. m. -ci). – 1. a. Che è il solo esistente, che non ha uguali nel suo genere o nella sua specie: è la nostra u. possibilità di salvezza; [...] gara. Locuz. particolari: numero u., di un giornale o di una rivista che non si pubblica periodicamente ma una volta soltanto unicamente sapere come hai fatto; lo faccio unicamente per te; in modo unico, singolare o esclusivo: quel senso di doppia ...
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tacito
tàcito agg. [dal lat. tacĭtus, der. di tacere «tacere»]. – 1. Che tace, che sta senza parlare (sinon. letter. o più elevato di silenzioso): Taciti, soli, sanza compagnia N’andavam l’un dinanzi [...] Manzoni); Del t., infinito andar del tempo (Leopardi); o in cui non si ode rumore: nella t. notte, per le t. vie. In di volontà: mi aveva tacitamente dato il suo assenso; leggere significa scorrere con gli occhi quanto è scritto o stampato per saperne ...
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colui
colùi pron. dimostr. m. (f. colèi; pl. m. e f. colóro) [lat. eccu(m) *illui (foggiato per analogia su cui), eccu(m) *illei, eccu(m) illorum]. – 1. Quello, quell’uomo, quella persona, per indicare [...] [il padre Cristoforo] sperava che colui [don Rodrigo], non vedendomi, non si curerebbe più di me (Manzoni). Oggi quasi solo con tono enfatico e scherz.: non voglio più sapere niente di colui!; non parlarmi più di coloro! 2. Nell’uso ant., premesso al ...
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somma
sómma s. f. [lat. sŭmma, propr. «il punto più alto», femm. sostantivato dell’agg. sŭmmus «sommo»]. – 1. a. In matematica, il risultato dell’operazione di addizione e, nell’uso corrente ma meno [...] ultima, la realtà vera; non saper fare una s., per affermare l’ignoranza d’una persona, non solo nel far di conto ma anche in senso 12°, raccolta di «sentenze» o tesi dottrinali afferenti a un settore determinato del sapere (soprattutto nel ...
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obliquo
oblìquo (ant. obblìquo, oblico) agg. [dal lat. obliquus]. – 1. a. In matematica, di ente geometrico che non sia né parallelo né perpendicolare a un altro ente geometrico: due rette o. tra loro; [...] d’imposta inclinato, come per es. quella avente la funzione di sostenere una rampa. 2. Usi fig. (in opposizione a retto): a. Indiretto: venni a sapere il fatto per vie oblique. b. Non leale, non onesto: mire, manovre o.; tenere una condotta o.; Ben ...
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marcio
màrcio agg. e s. m. [der. del lat. marcere «marcire»] (pl. f. -ce). – 1. agg. a. Che si sta decomponendo o putrefacendo, detto di sostanza organica: carne, frutta m.; pesce, formaggio m.; l’acqua [...] , non avesse predicato che era un codino m., un reazionario (Verga). 3. s. m. a. La parte marcia, guasta: tagliare il m.; mangiare il buono e buttar via il marcio; anche con riferimento a qualità che caratterizzano la parte marcia: odorare, saperedi ...
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antistragi
(anti-stragi, anti stragi), agg. Finalizzato a evitare una strage; con particolare riferimento ai gravi incidenti mortali che avvengono di notte, all’uscita dalle discoteche. ◆ «nel week end [...] viviamo in un mondo già pieno di leggi. Si parla di gente maggiorenne che può votare, perché non dovrebbe sapere come comportarsi? E poi non bevono in discoteca, costa troppo. Arrivano qui già su di giri, con i bottiglioni di vino e vodka comprati in ...
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