tornare
v. intr. e tr. [lat. tornare «lavorare al tornio, far girare sul tornio», der. di tornus «tornio»] (io tórno, ecc.). – 1. intr. (aus. essere) Avviarsi, essere diretti al luogo da cui si era partiti [...] . Altre volte esprime insistenza: torno a dire che non ne voglio sapere; torno a ripetervi che sono soldi buttati! d. Seguito da un agg. (in funzione di compl. predicativo) o da un compl. di moto a luogo fig., ridiventare, riacquistare una qualità ...
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scienza
sciènza s. f. [dal lat. scientia, der. di sciens scientis, part. pres. di scire «sapere»]. – 1. Il fatto disapere, di conoscere qualche cosa; notizia, conoscenza: come ’l mio corpo stea Nel [...] 9 e 16-17; nell’uso com., soprattutto nelle frasi sapere qualcosa di propria sc., per averlo sperimentato o veduto personalmente, non per averlo soltanto sentito dire, e sapere, conoscere di certa sc., averne notizia sicura. In diritto, dichiarazione ...
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conoscere
conóscere (ant. cognóscere) v. tr. [lat. cognoscĕre, comp. di co- e (g)noscĕre «conoscere»] (io conósco, tu conósci, ecc.; pass. rem. conóbbi, conoscésti, ecc.; part. pass. conosciuto). – Nel [...] .: il bambino è già in età di c.; è entrato in agonia e non conosce più. 2. a. Avere notizia di una cosa, sapere cioè che essa esiste: si conoscono molte specie di pietre preziose; non conosco altre vie d’uscita; o sapere quale essa sia: c. la verità ...
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stiticismo
s. m. (iron.) In senso figurato, il produrre con difficoltà, in modo inadeguato. ◆ C’era uno straordinario striscione, all’interno della Sapienza, dove non solo si annunciava un «pranzo sociale [...] » […], e pazienza, ma recava anche pensose riflessioni. Genere: «Il saperenon ha bisogno né di padri né di preti». E che cavolo vuol dire? Fanno tutto loro? Sta fresco, il sapere. E anche, con una sintesi che evidenzia la grande consuetudine con i ...
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risapere
risapére v. tr. [comp. di ri- e sapere2] (coniug. come sapere). – Venire a saperenon per cognizione diretta ma per informazioni ricevute da altri o per averlo appreso da voci, dicerie, discorsi [...] se non vuol dirmelo, lo risaprò facilmente in paese; guai se il padre venisse a risaperlo; era uno studio faticoso ... di scoprir anche come agg., noto a tutti, ben conosciuto: sono notizie sapute e risapute; è cosa risaputa che lo smog danneggia i ...
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se2
se2 cong. [lat. tardo se(d), incrocio di sī con quid «che cosa»] (radd. sint.). – 1. Con valore condizionale, ipotetico: a. Posto che, ammesso che, dandosi il caso che, e sim.; introduce proposizioni [...] fammelo sapere; o di «piuttosto» e sim.: siamo noi, semmai, che abbiamo bisogno di lui. Talvolta la cong. se introduce proposizioni che esprimono un’ipotesi soltanto formale; per es., in frasi enfatiche: che mi pigli un accidente, se non è vero; non ...
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ironia
ironìa s. f. [dal lat. ironīa, gr. εἰρωνεία «dissimulazione, ironia», der. di εἴρων -ωνος «dissimulatore, finto»]. – 1. In origine, finzione (e insieme anche interrogazione): questo sign. si conserva [...] , chiede lumi all’altrui sapienza, per mostrare come quest’ultima si riveli in effetti inferiore al suo stesso «saperedinonsapere». 2. Nell’uso com., la dissimulazione del proprio pensiero (e la corrispondente figura retorica) con parole che ...
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saccente
saccènte agg. e s. m. e f. [forma di origine merid.: lat. sapĭens -entis, part. pres. disapĕre «essere saggio»]. – 1. Di persona che tende presuntuosamente a far mostra di ciò che sa o crede [...] disapere, che non perde occasione per intervenire su ogni argomento, ostentando in modo sussiegoso e irritante un sapere, spesso superficiale e, talvolta, anche presuntuoso: è un uomo s. e noioso; è così s. che nessuno la può soffrire; per estens.: ...
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trattare
v. tr. [dal lat. tractare, der. di tractus, part. pass. di trahĕre «trarre»]. – 1. a. Maneggiare, usare strumenti o arnesi inerenti alla propria attività professionale, spec. artistica, e che [...] si tratta; posso sapere anch’io di che si tratta?; devi pensarci tu, perché è del tuo avvenire che si tratta; non si tratta soltanto di te, ma di tutti noi; si tratta di stabilire chi è che deve pagare; non si tratta di ora ma di molti anni fa; io ...
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sentire
v. tr. [lat. sĕntire] (io sènto, ecc.). – In senso ampio, avvertire un qualsiasi stato di coscienza indotto in noi dal mondo esterno attraverso i sensi o un qualsiasi stato affettivo insorgente [...] a cedere (anche in prima persona: non ci sento da quest’orecchio); prov., non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. d. Venire a sapere, a conoscere; di cosa che viene alle orecchie, o che comunque si apprende, anche non dalla viva voce (e quindi ...
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