trattare
v. tr. [dal lat. tractare, der. di tractus, part. pass. di trahĕre «trarre»]. – 1. a. Maneggiare, usare strumenti o arnesi inerenti alla propria attività professionale, spec. artistica, e che [...] si tratta; posso sapere anch’io di che si tratta?; devi pensarci tu, perché è del tuo avvenire che si tratta; non si tratta soltanto di te, ma di tutti noi; si tratta di stabilire chi è che deve pagare; non si tratta di ora ma di molti anni fa; io ...
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sentire
v. tr. [lat. sĕntire] (io sènto, ecc.). – In senso ampio, avvertire un qualsiasi stato di coscienza indotto in noi dal mondo esterno attraverso i sensi o un qualsiasi stato affettivo insorgente [...] a cedere (anche in prima persona: non ci sento da quest’orecchio); prov., non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. d. Venire a sapere, a conoscere; di cosa che viene alle orecchie, o che comunque si apprende, anche non dalla viva voce (e quindi ...
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quando
avv., cong. e s. m. [lat. quando]. – 1. avv. a. Ha la funzione di domandare, in frasi interrogative, in quale tempo o momento si determinerà, si è determinato o si determina, un fatto, una situazione [...] insieme condizionale, seguito da verbo all’indicativo, ha lo stesso sign. di dato che, dal momento che, giacché e anche se: q. ti dico che non lo so, vuol dire che non lo so davvero; q. vuoi saperlo a tutti i costi, te lo dirò subito; che dirà delle ...
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modo
mòdo s. m. [lat. mŏdus «misura», e quindi anche «norma, regola, modo»]. – 1. La forma particolare di essere, di presentarsi di una cosa, o di operare, procedere e sim. In questo sign. generico (e [...] in ogni m.), comunque sia, tuttavia, nondimeno e sim.: a ogni m., hai torto; decidi come credi: a ogni m., fammelo sapere; non spero di poter riuscire, a ogni m. proverò. A un m., d’un m., nello stesso modo, ugualmente, similmente: Intra due cibi ...
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nesciente
nesciènte agg. [dal lat. nesciens -entis, part. pres. di nescire «nonsapere», comp. della negazione ne e scire «sapere»], letter. – Che non sa, ignorante; essere n., essere ignaro, all’oscuro [...] di qualche cosa. ◆ Avv. nescienteménte, senza rendersi conto (della realtà, di un fatto o sim.). ...
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felicitare
v. tr. [dal lat. tardo felicitare «rendere felice»; nel sign. 3, sul modello del fr. féliciter] (io felìcito, ecc.). – 1. letter. a. Rendere felice: il solo sapere naturale non felicita l’uomo [...] Signore la feliciti! (Galilei). b. Rendere prospero: f. un’impresa; f. le nozze. c. Nel rifl., rallegrarsi, gioire: Felicitando sé di cura in cura (Dante); mi felicito con te per l’ottimo risultato; si felicitò che il traguardo fosse stato raggiunto ...
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assapere
assapére v. tr. – Variante ant. disapere, usata soltanto all’infinito e con valore incoativo («conoscere, venire a conoscere»), per lo più in dipendenza dal verbo fare e più raram. da altri [...] verbi; nondi rado si trova contrapposto nella stessa frase alla forma sapere (che ha invece valore perfettivo): né ho voluto fare né dire cosa alcuna che io non vel faccia prima a. (Boccaccio); accese il desiderio della mente vaga, a volere provare ...
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filosofia
filoṡofìa s. f. [dal lat. philosophĭa, gr. ϕιλοσοϕία, comp. di ϕιλο- «filo-» e σοϕία «sapienza»]. – 1. Nella tradizione occidentale, termine che, a partire da un primo sign. di desiderio di [...] stesso della ricerca: di qui il significato di forma disapere che tende a superare di modificare il corso degli avvenimenti – che consente di accettare e sopportare le contrarietà della vita quotidiana, di accontentarsi del necessario, dinon ...
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gnorri
gnòrri s. m. [tratto da ignorare]. – Usato nella locuz. fare lo gn., fingere dinonsapere, dinon capire (con usi analoghi a nesci). ...
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ITALIA
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