trovare
v. tr. [forse lat. pop. *tropare (der. del lat. tropus «tropo»), documentato nel lat. tardo contropare «esprimere con tropi»; cfr. fr. ant. trover (mod. trouver), provenz. trobar] (io tròvo, [...] funzioni bene come questo?; con ironia, o con stizza: se non ti va bene, tròvati un altro lavoro!; se non è soddisfatto, si trovi chi lo contenta più di me. Con altri usi e sign.: a. Cercare di conoscere, disapere chi è, o quale è, o dov’è: O, se ...
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esomosia
eṡomoṡìa s. f. [dal gr. ἐξωμοσία, der. di ἐξόμνυμι «negare con giuramento»]. – Termine dell’antico diritto attico che indicava la dichiarazione, suffragata da giuramento, con la quale un cittadino [...] ateniese si diceva costretto per determinati motivi personali a rifiutare un ufficio o una liturgia; e anche, con altro sign., il giuramento con cui, nel processo, il testimone affermava dinonsapere nulla sulla questione dibattuta. ...
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dovere2
dovére2 v. tr. [lat. debēre, contratto da dehibere, comp. di de- e habere «avere», quindi propr. «avere avuto qualcosa da uno e perciò essergli debitore»] (pres. indic. dèvo o dèbbo [ant. o poet. [...] .; manca l’imperativo; le altre forme sono regolari dal tema dov-. Nei sign. di cui ai nn. 1, 2 e 3, in cui è usato come verbo servile : devi sapere [= sappi] che non ammetto discussioni; dovrai rispondermi delle tue offese; non dovete impicciarvi ...
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fatto2
fatto2 s. m. [lat. factum, propr. part. pass. sostantivato di facĕre «fare»]. – 1. a. Avvenimento, azione, fenomeno, ciò che si compie o si è compiuto: assistere, essere presente al f.; mi è capitato [...] ’immischiate nei f. altrui; vada per i f. suoi!; non s’impicci dei f. che non la riguardano; raccontare in giro i f. di casa; fare il f. suo, il proprio utile; sapere il f. suo, ciò che occorre sapere e anche di più (quindi, uno che sa il f. suo, ben ...
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nudo
agg. [lat. nūdus]. – 1. a. Non coperto da vestito o da altro indumento, riferito al corpo umano: un bambino n., un uomo n., una donna n.; spesso in funzione predicativa: essere, stare, restare n.; [...] con uso assol.: a. Privo di beni di fortuna, di risorse economiche, quindi povero: Me non nato a percotere Le dure di aggiunte, ornamenti, infingimenti che possano nascondere o alterare o abbellire la realtà e obiettività dei fatti: voglio sapere ...
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sconoscere
sconóscere v. tr. [der. di conoscere, col pref. s- (nel sign. 1)] (coniug. come conoscere), non com. – 1. Non voler riconoscere: nella nostra mente sono certe eterne verità che non possiamo [...] .: poiché il Signore ci ha dato un figliuolo che ha idea di far bene mostriamocene grati collo s. i suoi doni! (I. Nievo). 2. Nell’uso region. siciliano, ignorare, nonsapere. ◆ Part. pres. sconoscènte, anche come agg. (v.). ◆ Part pass. sconosciuto ...
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che3
che3 〈kè〉 interiez. (radd. sint.). – È il pronome interrogativo-esclamativo che, usato come esclamazione di meraviglia, disappunto, ironia, biasimo, riprovazione, e quasi sempre con valore negativo: [...] (Credi che venga?) Che! neanche per sogno!; Che! non è possibile!; Che! ti pare? Anche ripetuto per più efficacia, come energica negazione: Che! che! non ne voglio più sapere. ...
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preterito
pretèrito agg. e s. m. [dal lat. praeterĭtus, part. pass. di praeterire «preterire»], ant. o letter. – 1. agg. Passato, trascorso: il tempo p., le p. età; o che si riferisce al passato: rammentare [...] la vita p.; volle ogni cosa sapere dei suoi p. casi (Boccaccio). 2. Come s. m., il p., il passato: grato [= gratitudine] che mai non si stingue Del libro che ’l preterito rassegna (Dante), non si cancella dal libro della memoria che registra il ...
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lezione
lezióne s. f. [dal lat. lectio -onis «lettura», der. di legĕre «leggere»]. – 1. a. ant. Lettura: se Dio ti lasci, lettor, prender frutto Di tua l. (Dante); la cognizione delle azioni degli uomini [...] nonsapere la l.; far le l., fare i compiti assegnati; ripetere la l., mentalmente o davanti all’insegnante (con la seconda accezione anche dire, recitare la l.); fig., pare che reciti la l., di chi fa un discorso con voce monotona, come se l’avesse ...
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momento
moménto s. m. [dal lat. momentum, der. della radice di movere «muovere»; propr. «movimento, impulso; piccolo peso che determina il movimento e l’inclinazione della bilancia», da cui i sign. estens. [...] . dal m. che, adoperata sia con valore temporale (dal m. che, o dal m. in cui, l’ho saputo, non l’ho più dimenticato), sia, più spesso, con valore di cong. causale (come sinon. di poiché, dato che, visto che e sim.): dal m. che per te va bene così ...
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