sé pron. rifl. [lat. sē]. - [forma forte della declinazione del pron. rifl. di 3a pers. usata soltanto quand'è riferita al sogg., indifferentemente masch. o femm., sing. o plur.: parlare di sé] ≈ sé stesso [...] Espressioni: fig., rientrare (o tornare) in sé → □; tirare a sé → □; fig., uscire fuori di sé → □. ▲ Locuz. prep.: a sé ≈ a parte, separatamente; da sé [senza aiuto altrui] ≈ autonomamente, da solo; fra séesé [nel proprio intimo] ≈ in cuor proprio ...
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solo /'solo/ [lat. sōlus, e come avv. sōlum e poi sōlō]. - ■ agg. 1. a. [di persona, privo di compagnia, che non ha nessun altro vicino, anche nella locuz prep. da solo: desidero restare s.; essere s.; [...] isolato, (lett.) solingo. ↑ abbandonato. ▲ Locuz. prep.: da solo [senza aver bisogno dell'aiuto altrui: l'ho fatto da s.; cavarsela da s.] ≈ autonomamente, da sé, per proprio conto. c. [al plur., e in espressioni partic., senza nessun altro rispetto ...
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uomo /'wɔmo/ (ant. o pop. omo /'ɔmo/) s. m. [lat. hŏmo hŏmĭnis] (pl. uòmini). - 1. a. (paleont.) [specie del genere Homo, cui appartiene l'essere umano] ≈ Homo Sapiens. b. (antrop.) [essere vivente altamente [...] lavorano. Parallelamente a quest’uso, si preferisce oggi usare la desinenza femm. se ci si rivolge a donne, anche per nomi di professione e di ruolo prima usati solo al masch. (avvocata, ministra, sindaca), oppure entrambe le desinenze (mediante l ...
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prendere /'prɛndere/ [dal lat. prĕhendĕre e prĕndĕre] (pass. rem. io prési [ant. prendéi, prendètti], tu prendésti, ecc.; part. pass. préso [ant. priso]). - ■ v. tr. 1. a. [esercitare una presa su cosa [...] ricevere. 12. a. [fare oggetto di attività intellettuale, solo in alcune espressioni] ● Espressioni: prendere in considerazione (o amore. Se si parla di titoli di studio, attestati e sim., p. è il verbo più com., in luogo del più formale e burocr. ...
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parlare² [lat. mediev. parabolare, ✻paraulare, der. di parabola]. - ■ v. intr. (aus. avere) 1. a. [avere o aver sviluppato la facoltà del linguaggio: il bambino comincia già a p.; gli animali non parlano] [...] (spreg.) straparlare, vaneggiare; fig., parlare fra sé (esé) [formulare silenziosamente il proprio pensiero, seguendo un parlare male (di qualcuno) [rilevare e sottolineare i difetti di qualcuno, anche solo per malignità] ≈ biasimare (ø), ...
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Fabio Rossi
prendere. Finestra di approfondimento
Modi di esercitare una presa - P. è uno dei verbi più com. e generici dell’ital., spesso usato, soprattutto nel linguaggio fam., in luogo di sinon. più [...] amore. Se si parla di titoli di studio, attestati e sim., p. è il verbo più com., in luogo del più formale e burocr. conseguire più marcato è arraffare che indica un prendere frettoloso e nervoso, senza scegliere, con avidità, per il solo gusto di ...
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Fabio Rossi
uomo. Finestra di approfondimento
Uomo, donna e persona - Nel sost. u. sono confluiti sia i sign. propri dell’etimo lat. homo («essere umano»), sia quelli di vir («essere umano di sesso maschile»), [...] lavorano. Parallelamente a quest’uso, si preferisce oggi usare la desinenza femm. se ci si rivolge a donne, anche per nomi di professione e di ruolo prima usati solo al masch. (avvocata, ministra, sindaca), oppure entrambe le desinenze (mediante l ...
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giudicare (lett. ant. iudicare) [lat. iūdĭcare, der. di iudex -dĭcis "giudice"] (io giùdico, tu giùdichi, ecc.). - ■ v. tr. 1. a. [assol., esercitare la facoltà del giudizio: essere incapace di g.] ≈ discernere, [...] ; g. dall'apparenza] ≈ stimare, valutare. ● Prov.: mal si giudica il cavallo dalla sella [si giudica male se si è frettolosi o se si considerano solo le apparenze] ≈ l'abito non fa il monaco, l'apparenza inganna. c. (giur.) [emettere un verdetto, una ...
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noia /'nɔja/ s. f. [prob. dal provenz. noja, enoia]. - 1. a. [senso di insoddisfazione che proviene dal sentirsi occupato in una cosa monotona, dall'incapacità di decidere e di agire, ecc.: n. profonda, [...] espressione dare n., possono essere disturbo o fastidio: ti do fastidio se mi siedo qui? Oppure, meno com., disagio o, assai uff, che barba!
Annoiare e annoiarsi - Annoiare è legato quasi sempre al sign. di «insofferenza» esolo raram. a quello di « ...
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Fabio Rossi
chiedere. Finestra di approfondimento
Fare una domanda - C. è il verbo meno marcato per esprimere il concetto di «far conoscere ad altri il proprio desiderio di ottenere o sapere qualcosa». [...] (G. Leopardi).
è curioso che, nonostante l’evidente differenza tra c. e richiedere, l’ital. disponga di un solo sost. der., per può essere usato come sinon. più generico e fam. di c. e domandare, soprattutto se si parla di soldi: i rapitori vogliono ...
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Una delle cinque tradizionali parti del mondo e la più vasta tra esse (44.600.000 km2, comprese le acque interne). Si estende per oltre 75° di latitudine (tra Capo Čeljuskin, 77° 41' N, e Capo Piai, 1°16' N) e, con le isole, addirittura per...
Comune dell’Emilia (140,86 km2 con 395.416 ab. nel 2020, detti Bolognesi), città metropolitana e capoluogo della regione Emilia-Romagna. È posta sulla Via Emilia, a 54 m s.l.m., allo sbocco della valle del Reno.
La pianta della città mostra...