ridere /'ridere/ [lat. ridēre, con mutamento di coniug.] (pass. rem. risi, ridésti, ecc.; part. pass. riso). - ■ v. intr. (aus. avere) 1. [manifestare un sentimento di allegrezza, spec. improvvisa, mediante [...] . ↔ serio. ↑ drammatico, tragico. 2. (estens.) [fare segno a malignità o battute beffarde, con la prep. di: perché ridi geme in mezzo al baccano degli operai (G. Verga). Analogo, ma meno com., è guaire, di solito limitato ad animali ma nell’uso ...
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fare² (ant. facere /'fatʃere/) [lat. facĕre] (pres. fàccio, non com., fo /fɔ/, fai [ant. faci], fa [radd. sint.; ant. e poet. face], facciamo, fate, fanno; imperf. facévo, ecc. [ant. e poet., nelle 3e [...] f. a chi corre di più] ≈ gareggiare, giocare. ● Espressioni: fare a meno (di qualcuno o qualcosa) → □; fare a mezzo (o a metà) ≈ soffiargli una buona occasione»; fare spallucce «alzare le spalle in segno di disinteresse».
Spesso, infine, f. funge da ...
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Fabio Rossi
dare. Finestra di approfondimento
Modi di dare - Il concetto di «far avere ad altri qualcosa» è espresso da d. e da numerosi sinon. con diverse sfumature: fornire, passare, porgere, rifornire. [...] ’acqua lustrale [G. D’Annunzio]), sia in talune espressioni più o meno cristallizzate ƒporgi l’altra guancia; porgere orecchio o ascolto; porgere aiuto; porgere la mano in segno di presentazione o di saluto; porgere il braccio a qualcuno perché vi ...
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fine² s. f. (raro o ant. m.) [lat. fīnis "limite; cessazione"]. - [ultima parte di una cosa, momento in cui questa cessa: una cosa che non ha f.; condurre a f. un'impresa] ≈ conclusione, termine. ↔ inizio, [...] [G. Gozzano]).
Fine in senso temporale - Rispetto a f., termine e conclusione suonano spesso meno perentori, oltreché più formali: il suo tradimento segnò la f. della nostra storia d’amore; la sua inquietudine aumentava avvicinandosi al termine del ...
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prendere /'prɛndere/ [dal lat. prĕhendĕre e prĕndĕre] (pass. rem. io prési [ant. prendéi, prendètti], tu prendésti, ecc.; part. pass. préso [ant. priso]). - ■ v. tr. 1. a. [esercitare una presa su cosa [...] ha sempre a che fare col senso del possesso, ma in modo meno diretto. P. è talora un sinon. fam. di acquistare, comprare lo più come esortazione dando un regalo: prendi quest’anello come segno del mio amore. Se si parla di titoli di studio, attestati ...
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Fabio Rossi
carattere. Finestra di approfondimento
In senso psicologico - Il termine c. è impiegato per lo più in accezione psicologica, come sinon. di animo, indole, natura, personalità, temperamento. [...] Molto simile è il concetto espresso da avere personalità, che equivale più o meno ad essere deciso, tenace. Per temperamento, assol., si intende di solito vecchietto del west, ecc.).
Se riferito a un segno distintivo (anche per cose o situazioni), c. ...
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soffrire [lat. pop. ✻sufferire, dal lat. class. sufferre "portare su di sé, sopportare", der. di ferre "portare", col pref. sŭb "sotto"] (io sòffro, ecc.; pass. rem. soffrìi o soffèrsi, soffristi, ecc.). [...] condizione di sofferenza: chi ha forza d’uccidersi, segno è che soffre meno: perché il gran dolore stronca la volontà (N. la capacità di sopportarlo: una nuova sofferenza riesce più o meno facile, secondo che il corpo è generalmente abituato a ...
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Fabio Rossi
soffrire. Finestra di approfondimento
Stare male - S. è il verbo più generale per indicare l’essere sottoposti a dolori fisici o psichici, sentimentali e sim. I sinon. sono tutti più formali, [...] condizione di sofferenza: chi ha forza d’uccidersi, segno è che soffre meno: perché il gran dolore stronca la volontà (N. la capacità di sopportarlo: una nuova sofferenza riesce più o meno facile, secondo che il corpo è generalmente abituato a ...
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ricco [dal longob. rihhi] (pl. m. -chi). - ■ agg. 1. [che possiede denari, beni e sim., in misura maggiore di quanto occorra per vivere in modo normale: è gente r.] ≈ danaroso, (lett.) dovizioso, facoltoso. [...] . ↔ esiguo, magro, scarso. ↑ misero. c. [che è segno di ricchezza: abita in un r. appartamento; una r. scenografia] pratica dell’esistenza, e quindi a r. vengono preferiti termini meno diretti, in un certo senso usati come eufem., come benestante ...
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Fabio Rossi
fine. Finestra di approfondimento
Problemi di genere - Il sign. principale di f., parola dall’area semantica molto estesa, è quello temporale di «stadio terminale di un evento o momento preciso [...] [G. Gozzano]).
Fine in senso temporale - Rispetto a f., termine e conclusione suonano spesso meno perentori, oltreché più formali: il suo tradimento segnò la f. della nostra storia d’amore; la sua inquietudine aumentava avvicinandosi al termine del ...
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Il segno (−) che rappresenta l’operazione di sottrazione; per es., 5−3 rappresenta la differenza tra i numeri cinque e tre. Lo stesso segno si usa per indicare un numero negativo. Analogamente, l’opposto di un numero relativo n si rappresenta...
Procedimento logico, mediante il quale si passa dalla considerazione di casi particolari a una conclusione universale.
Nel linguaggio scientifico, in genere, modificazione che determinate proprietà di un corpo subiscono per la vicinanza di un...