forestierismo
s. m. [der. di forestiero]. – In genere, ma poco com., moda o usanza venuta da un paese straniero. Più com., parola, locuzione, o anche costrutto sintattico, introdotti più o meno stabilmente [...] in una lingua da una lingua straniera, sia nella forma originaria (nel qual caso si chiamano anche esotismi: per es., il fr. garage, l’ingl. week-end, il ted. Leitmotiv), sia con adattamento alla struttura ...
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o1
o1 ‹ó› (letter., ormai raro, od, solo davanti a vocale) cong. [lat. aut] (radd. sint.). – Pur essendo comunem. designata come congiunzione «disgiuntiva», ha tre usi notevolmente diversi, potendo disgiungere [...] spostamento di significato) sono: o pure, v. oppure; o sia, v. ossia; o vero, v. ovvero; più raro o vero sia, v. ovverosia. Le grafie unite, che sono senz’altro le più usate, mostrano nel secondo componente il raddoppiamento sintattico voluto da o. ...
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innovazione
innovazióne s. f. [dal lat. tardo innovatio -onis]. – 1. a. L’atto, l’opera di innovare, cioè di introdurre nuovi sistemi, nuovi ordinamenti, nuovi metodi di produzione e sim.: la nostra [...] amare habeo (da cui poi l’ital. amerò); di innovazione lessicale è la sostituzione di caballus a equus «cavallo»; di innovazione sintattica è l’uso, nel latino parlato, di un elemento dimostrativo (per es. ille) in funzione di articolo (ital. il). 3 ...
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vero
véro agg. e s. m. [lat. vērus, e sostantivato vērum, neutro]. – 1. agg. a. Che è realmente ciò che dice il suo nome (contrapp. ora a falso, ora a presunto o immaginario): Cristo, v. Dio e v. uomo; [...] carattere semantico (nel senso che dipendono dall’interpretazione e dal significato attribuito ai simboli), in contrapp. al carattere sintattico dei teoremi (una formula è un teorema se è dimostrabile, cioè se si può dedurre dagli assiomi seguendo ...
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ne1
ne1 ‹né› avv. e pron. [lat. inde «di lì»]. – 1. a. Come avv. di moto da luogo, di lì, da quel luogo: ne ripartì l’indomani; se ne andò tutto adirato; entrato nel labirinto non era più capace d’uscirne; [...] finito: andòssene, ecc. Unendosi a forme verbali terminanti con vocale tonica (tronche o monosillabe che siano), subisce il rafforzamento sintattico: andonne, vanne. Quando forma gruppo con altri pron. atoni si pospone: me ne vado; se ne va; con gli ...
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scorrettezza
scorrettézza s. f. [der. di scorretto]. – 1. a. Il fatto d’essere scorretto, di presentare errori, inesattezze, imprecisioni: s. di un compito, di una traduzione. b. Con sign. concr., errore, [...] inesattezza o imprecisione formale: il compito è pieno di scorrettezze. In partic., forma grammaticalmente non corretta, uso sintattico scorretto: nel tema ci sono varie s.; leggendo la traduzione ho riscontrato alcune scorrettezze. 2. a. Di persona ...
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letterarieta
letterarietà s. f. [der. di letterario]. – Carattere, tono letterario: l. di un vocabolo, di un’accezione, di una locuzione, di un costrutto sintattico; talora con senso limitativo, per [...] indicare intonazione eccessivamente elevata, sostenuta, solenne del discorso: l. di uno stile narrativo; l. di un lavoro drammatico, di un discorso politico. In un senso più oggettivo, la presenza in un’opera ...
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prezzo
prèzzo s. m. [lat. prĕtium]. – 1. a. L’equivalente in unità monetarie di un bene o di un oggetto, di un servizio o di una prestazione; più in partic., si parla di p. relativo, per riferirsi al [...] In grammatica, complemento di p., il complemento che esprime il prezzo di acquisto o di vendita di qualche cosa: nell’uso sintattico ital., si esprime con un avverbio o con un complemento introdotto dalla prep. a o per: costa poco, molto; costa caro ...
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Gesu
Geṡù [dal lat. Iesus, o anche Ihesus, gr. ᾿Ιησοῦς, che corrispondono alla forma ebr. Yēshūa῾, e quindi altra forma del nome Giosuè]. – Nome, di solito seguito dall’apposizione Cristo (v.), del fondatore [...] ., la chiesa del G., o assol. il G., da cui anche Piazza del G., a Roma, Largo del G., a Napoli, ecc.). ◆ Eccettuato il caso in cui è seguito da Cristo, il nome Gesù richiede di regola il raddoppiamento sintattico della consonante semplice seguente. ...
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vi1
vi1 avv. e pron. [lat. ĭbi «ivi», avverbio che acquista anche il valore pronominale, con passaggio analogo a ci1]. – 1. Avverbio di luogo equivalente a ivi (in questo o in quel luogo, là, e per estens. [...] della particella vi, che è sempre atona come proclitica (vi abita) o come enclitica (andrò ad abitarvi), e per il rafforzamento sintattico (cfr. in Dante, stavvi, andovvi, evvi = vi sta, vi andò, vi è), valgono le stesse norme che per la particella ...
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sintattico
sintàttico [agg. Der. del gr. syntaktikós, da sy´ntaxis "sintassi"] [INF] Analisi, o metodo, s.: uno dei procedimenti per l'analisi di forme di oggetti: v. forme, riconoscimento delle: II 683 f.
Il raddoppiamento sintattico è un fenomeno di ➔ sandhi esterno (o di ➔ fonetica sintattica), di natura assimilatoria (almeno in origine: cfr. § 3; ➔ assimilazione), che si verifica nell’➔italiano standard a base toscana e in molte varietà centro-meridionali...