spiritello
spiritèllo s. m. [dim. di spirito (nel sign. 2 a e, rispettivam., 6)]. – 1. Piccolo essere soprannaturale: s. maligni; uno s. dei boschi; fam., bambino molto vivace: tuo figlio è un vero spiritello. [...] , ma anche nella fisiologia medievale, veicolo degli affetti e delle sensazioni: da questo spirito si move Un altro dolce spirito soave, Che siegue un spiritello di mercede (G. Cavalcanti); Questi è uno spiritel novo d’amore Che reca innanzi me li ...
Leggi Tutto
spirito
spìrito (ant. e poet. spirto) s. m. [dal lat. spirĭtus -us «soffio, respiro, spirito vitale», der. di spirare: v. spirare1; il sign. grammaticale 1 b ricalca il gr. πνεῦμα (che è l’equivalente [...] più avanti il dim. spiritello), ma perdura fino al Cinquecento e Seicento: E par che de le sue labbia si mova Un spirito soave pien d’amore, Che va dicendo a l’anima: Sospira (Dante); Ma gli spiriti miei s’aghiaccian poi Ch’i’ veggio al departir ...
Leggi Tutto
radore
radóre s. m. [der. di rado1], ant. o raro. – Radezza: r. di una tela, di un panno, di una maglia; radura di un bosco: mi disse la Bella, ad un radore: Senti soave odore Di viole (D’Annunzio). ...
Leggi Tutto
soavizzare
soaviżżare v. tr. [der. di soave1], letter. – Rendere soave (in differenti accezioni di questo agg.): gli Ebrei, quello che s’aveva ad abbruciare ..., lo soavizzavano, rimpastandolo con diversi [...] ingredienti (Magalotti); un filo di sorriso ... di quando in quando soavizzava quel volto (G. Berto) ...
Leggi Tutto
estraneo
estràneo (ant. estrànio e estrano) agg. e s. m. (f. -a) [dal lat. extraneus, der. di extra «fuori»]. – 1. a. Nell’uso ant. o poet. (per lo più nelle forme estranio, estrano), straniero, forestiero: [...] ., in una società e.; fig., farsi e., divenire e., di affetti, desiderî e sim. che non sono più sentiti: è fatto estrano Ogni moto soave al petto mio (Leopardi). 2. a. Che non ha relazione di sangue né altro rapporto con la persona che parla o con le ...
Leggi Tutto
intenzione
intenzióne s. f. [dal lat. intentio -onis, der. di intendĕre «tendere, rivolgere»; il sign. 4 si riconnette con intendĕre nel sign. di «capire»]. – 1. a. Orientamento della coscienza verso [...] : per avere i. di quello che si dirà nella prima Cantica (Buti); prendere i., essere inteso, esser capito: Tanto soave a sentir, che sermone Dir nol porìa né prendere intenzione D’alcun mortal già mai (Boccaccio). 5. Nella gnoseologia aristotelico ...
Leggi Tutto
lieto
lièto agg. [lat. laetus «fertile», poi «lieto»; cfr. letame]. – 1. a. Che ha in sé letizia, che prova un sentimento di gioia, di contentezza intima e serena, sia nell’atto sia abitualmente: essere, [...] tristo il l. stato, Volta la turba adulatrice il piede (Ariosto); Da che più lieti mi fioriano gli anni (Foscolo); stato soave, Stagion l. è cotesta [la fanciullezza] (Leopardi); non ha avuto una l. infanzia. d. estens., letter. Di luogo, ameno, che ...
Leggi Tutto
ibleo
iblèo agg. [dal lat. Hyblaeus, gr. ῾Υβλαῖος]. – Dell’antica città di Ibla, in Sicilia, e dei rilievi che da essa prendono nome (Monti Iblei), zona famosa nell’antichità per l’abbondanza dei fiori [...] e delle api che se ne nutrivano; di qui, nel linguaggio poet., miele i., il miele prodotto dalle api i., e, per antonomasia, miele squisito, soave. ...
Leggi Tutto
giogo
giógo s. m. [lat. iŭgum] (pl. -ghi). – 1. a. Strumento usato come mezzo di attacco per i bovini: g. frontale, quello (per un solo animale) che, applicato alla fronte e assicurato alle corna, è [...] , al g. della famiglia, dei genitori, della disciplina, ecc.). In partic., g. maritale (e con intonazione scherz., il dolce, il soave g.), il vincolo coniugale. 2. Per analogia, oggetto o strumento che ricorda la forma del giogo, o è collocato ...
Leggi Tutto
Soave Comune della prov. di Verona (22,7 km2 con 6847 ab. nel 2008). Il centro è posto a 40 m s.l.m. alle estreme propaggini dei Monti Lessini, sulle rive del torrente Tremegna (affluente dell’Alpone). Ha aspetto assai suggestivo, per la cinta...
soave
Alessandro Niccoli
La definizione semantica proposta in Cv II VII 5 ‛ soave ' è tanto quanto ‛ suaso ', cioè abbellito, dolce, piacente e dilettoso, è suffragata con un etimo ovviamente inaccettabile, desunto da Uguccione da Pisa (Busnelli,...