torreggiare
v. intr. [der. di tórre] (io torréggio, ecc.; aus. avere). – 1. raro. Ergersi, levarsi in alto con le proprie torri: al termine della valle torreggia un castello; con torreggianti mura, Sudor [...] di due gran Numi Ilio sorgea (Testi). 2. fig. Ergersi e sovrastare, dominare in altezza, come una torre: una vetta altissima che torreggia sulle altre cime; l’albergo, con i suoi 12 piani, torreggia sulle basse case del paese. Anche con riferimento a ...
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levare
v. tr. [lat. lĕvare «alleviare, alleggerire, alzare», der. di lĕvis «leggero»] (io lèvo, ecc.). – 1. a. Lo stesso che alzare, nel suo primo e più generico sign., cioè sollevare in alto: l. le [...] (Dante). Di cosa inanimata, ergersi: non lontano dal mare si levano alcune colline; in mezzo al paese si leva un’antica torre. Del pane e sim., lievitare: Sia buono il pane ... sia ben levato (Pascoli). Di astri, apparire sull’orizzonte: il sole si ...
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bushismo
‹bušši-› s. m. – Il complesso delle decisioni e delle strategie politiche del presidente degli Stati Uniti George W. Bush, nei suoi risvolti nazionali e soprattutto internazionali (in conseguenza [...] dell’attacco terroristico contro le Torri Gemelle dell’11 settembre 2001), negli anni del primo (2001-2004) e del secondo mandato presidenziale. ...
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macchina
màcchina (ant. màchina) s. f. [dal lat. machĭna, che è dal gr. dorico μαχανά, attico μηχανή]. – 1. In senso storico e antropologico, qualsiasi dispositivo o apparecchio costruito collegando [...] o scalare le mura nemiche. Anche nel linguaggio letter. e poet.: Argante ... Quella m. eccelsa arder promette (T. Tasso), la torre d’assedio; o questa è macchina Contra a le nostre mura (Caro), con riferimento al cavallo di Troia. M. infernale, nome ...
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scapezzare
v. tr. [der. dell’ant. capezzo (nel sign. originario di «estremità»), col pref. s- (nel sign. 4)] (io scapézzo, ecc.). – 1. Tagliare un albero a capitozza, portandone via tutta la parte più [...] per praticarvi l’innesto a spacco o a corona, o per altro motivo. 2. estens., ant. a. Abbattere la cima di torri, campanili e sim., e più genericam. mozzare. b. Decapitare persone o animali. ◆ Part. pass. scapezzato, anche come agg.: un albero, un ...
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ricetto
ricètto s. m. [dal lat. receptus -us (der. di recipĕre «ricevere, accogliere», part. pass. receptus) che, oltre al sign. concreto di «rifugio, ricovero», aveva quello astratto di «ritiro, ritirata, [...] Sanza trovar r. o intervallo (Pulci). 2. In geografia antropica, raggruppamento medievale di case recinte da mura munite di torri in cui si raccoglievano gli abitanti della campagna in caso di pericolo; è tipico del Piemonte, dove è ancora ben ...
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fiancheggiare
v. tr. [der. di fianco] (io fianchéggio, ecc.). – 1. Stare di fianco a un’altra cosa o persona: i palazzi che fiancheggiano la via; nel tratto dove la strada fiancheggia il fiume; i valletti [...] e azioni illegali o delittuose: f. l’eversione armata. ◆ Part. pass. fiancheggiato; come agg., in araldica, attributo degli alberi, delle torri e in genere delle figure poste in palo accompagnate ai lati da altre figure, per es. da due animali che ...
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ballatoio1
ballatóio1 s. m. [prob. lat. tardo *bellatorium «galleria di combattimento» e «pianerottolo», der. di bellare «combattere», incrociato con ballare]. – 1. Nelle vecchie fortificazioni, corridoio [...] sporgente all’esterno delle mura e delle torri di fortezze, convenientemente protetto dagli attacchi del nemico, nel cui pavimento erano ricavate caditoie per permettere il passaggio di materiali infiammabili che il difensore lasciava cadere sugli ...
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rovinare
(ant. o letter. ruinare, ant. raro ruvinare) v. intr. e tr. [der. di rovina]. – 1. intr. (aus. essere) a. Cadere giù crollando, franando, disfacendosi con violenza, riferito a edifici, a strutture [...] dalla guerra completamente rovinato nella salute; una famiglia economicamente rovinata; un uomo rovinato, anche in senso sociale, che ha perduto la reputazione. In araldica, è attributo dei castelli e delle torri di cui non si vedono che i ruderi. ...
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meschita
s. f. [dallo spagn. mezquita, che è dall’arabo màsgid (der. di sagiad «prosternarsi»), noto ai Crociati nell’adattam. armeno mzkith], ant. o poet. – Moschea: Ardea palagi, portici e meschite [...] (Ariosto); pregni di splendore come gli alabastri delle m. (D’Annunzio). La parola è usata da Dante per indicare le torri della città di Dite: già le sue meschite Là entro certe ne la valle cerno (Inf. VIII, 70). ...
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TORRI
Alberto Manzi
. Due famiglie di comici italiani ebbero questo nome. Giacomo T., nato a Milano, morto a Bergamo nel 1778. Pur non possedendo bene il dialetto veneziano, riuscì un buon Dottore, e sotto quella maschera rimase, apprezzatissimo,...
torri
Fabrizio Di Marco
Costruzioni a sviluppo verticale
Le costruzioni molto alte, sviluppate verticalmente, rappresentano una tipologia costante nell’evoluzione storica dell’architettura e dell’ingegneria. In diverse civiltà e in diversi...