grande
agg. [lat. grandis]. – Quando è premesso al sostantivo che determina, può avere l’elisione davanti a vocale (con grand’impegno, una grand’emozione), mentre davanti a consonante, e anche davanti [...] vi è, per es., sensibile differenza fra un gran dolore, un grande dolore, un dolore grande; e più fra un grand’uomo e un uomo grande). 1. In genere, che supera la misura ordinaria, in senso proprio o fig.; si contrappone quindi a giusto, ordinario, e ...
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pasta
s. f. [lat. tardo pasta, dal gr. πάστη «farina mescolata con acqua e sale»]. – 1. a. Impasto di farina e acqua opportunamente rimestato sino a renderlo sodo e compatto, che, lievitato, è usato [...] d’altra p., ho un carattere diverso. In partic., essere di buona p., o più comunem. essere una buona, un’ottima p. d’uomo, avere un carattere mite, bonario, essere di buon cuore; e analogam., essere la più buona, la migliore p. del mondo; ma quand’è ...
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animale2
animale2 s. m. [lat. anĭmal -alis, der. di anĭma «anima»]. – 1. In senso lato (che è anche quello originario), ogni essere animato, cioè ogni organismo vivente dotato di moto e di sensi, e quindi [...] questa Bella d’erbe famiglia e d’animali (Foscolo); e può riferirsi anche all’uomo soltanto: O animal grazioso e benigno (Dante). Volendo distinguere: a. ragionevole, l’uomo; a. bruti o irrazionali, le bestie. 2. a. Nell’uso corrente, per animali s ...
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intelligenza
intelligènza (ant. intelligènzia) s. f. [dal lat. intelligentia, der. di intelligĕre «intendere»]. – 1. a. Complesso di facoltà psichiche e mentali che consentono all’uomo di pensare, comprendere [...] con i. le trattative; ha sempre eseguito con i. tutti gli incarichi affidatigli. c. Lo spirito stesso, o l’uomo, in quanto intende: verità, nozioni, concetti accessibili a tutte le intelligenze. Più concretam., persona di grande capacità, prontezza e ...
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Adamo
(lat. Adam o Adamus o anche Ada -ae, gr. ᾿Αδάμ, ebr. Ādām, di origine incerta). – Nome, secondo il racconto biblico del Genesi, del primo uomo creato da Dio e progenitore del genere umano. Nel [...] linguaggio com. e nella tradizione letteraria e ascetica, compare in alcune espressioni fig.: figlio d’A., figli d’A., seme d’A., l’uomo, gli uomini (quindi, in Dante, Inf. III, 115, il mal seme d’A., i dannati); siamo tutti figli di A. (e perciò ...
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pensiero
pensièro (ant. pensière, pensièri, e pensèro, pensère, pensèri) s. m. [dal provenz. pensier, der. del lat. pensare «pensare»]. – 1. a. La facoltà del pensare, cioè l’attività psichica mediante [...] ad una continua rielaborazione critica. 3. a. Ciascuno degli atti del pensare, ciascuna delle rappresentazioni che nascono nella mente dell’uomo e attraverso la quale egli acquista conoscenza di fatti che avvengono intorno a lui, ma anche di moti del ...
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eta
età (ant. e poet. etade, etate) s. f. [lat. aetas -atis, dall’arcaico aevĭtas, der. di aevum «evo»]. – 1. a. Ciascuno dei periodi in cui si suole dividere la vita umana: le quattro e. dell’uomo (fanciullezza, [...] e. fa anche troppo; che vuoi farci, è l’e.!; oramai ha la sua e.; portare rispetto all’e. e ai capelli bianchi; un uomo d’e., attempato: Quivi era un uom d’età, ch’avea più retta Opinïon degli altri (Ariosto); con quest’ultimo sign., è com., anche ...
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valentuomo
valentuòmo (meno com. valent’uòmo, ant. 'valènte uòmo') s. m. (pl. valentuòmini). – Uomo valente, persona di grande valentia in qualche arte, professione, attività, o, in genere, di grande [...] ; né io altressì tacerò un morso dato da un valente uomo secolare a uno avaro religioso (Boccaccio); nelle republiche è questo iron. o scherz. (con uso e sign. simile a brav’uomo): avrei fatto meglio a dar retta ai consigli di quel valentuomo. ...
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postumano (post-umano), s. m. e agg. Progressiva alterazione delle caratteristiche dell’essere umano; che tende a modificare o a perdere le caratteristiche umane. ◆ Se – scrive [George] Steiner – siamo [...] che, modificato tecnologicamente, diverrebbe per ciò post-umano? (Stefano Rodotà, Repubblica, 6 dicembre 2004, p. 1, Prima pagina) • L’Uomo, inteso tanto come singolo quanto come genere umano, ha imparato a guardare a se stesso non più come un fatto ...
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ciclo1 s. m. [dal lat. tardo cyclus, gr. κύκλος «cerchio, giro»]. – 1. In matematica, generalizzazione del concetto di linea chiusa; in algebra, sottogruppo ciclico di un gruppo. 2. In botanica, il complesso [...] certi limiti di spazio e di tempo: c. del totem, c. delle due classi. In senso più generale, c. dell’uomo, il complesso di usanze, tradizioni, superstizioni, cerimonie che nell’ambito di una comunità accompagnano e segnano i varî momenti della vita ...
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Individuo della specie umana, senza distinzione di sesso, età, condizione sociale ecc., considerato sia come elemento a sé stante sia come facente parte di un gruppo o di una collettività.
Antropologia
A partire dagli studi di L. Lévy-Bruhl,...