remare
v. intr. [der. di remo] (io rèmo, ecc.; aus. avere). – Manovrare il remo o i remi immergendoli nell’acqua con movimento ritmico, in modo da muovere il galleggiante nella direzione voluta (in marina, [...] Non com., fig., di movimenti simili: remando con le mani, come se facesse a mosca cieca, era arrivato all’uscio (Manzoni); è invece largamente diffusa oggi, spec. nel linguaggio politico e giornalistico, la locuz. remare contro per significare azione ...
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vegnente
vegnènte agg. [variante di veniente, part. pres. di venire]. – 1. letter. Prossimo a venire, seguente, immediatamente successivo, in espressioni come il giorno, la notte v., la mattina v., la [...] e sim.: avendo seco stesso diliberato di dovere la notte v. star presso all’uscio della via e aspettare se il prete venisse (Boccaccio); il mattino vegnente Cortis uscì di camera, adagio adagio, alle cinque e tre quarti (Fogazzaro). 2. ant. Che viene ...
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velatura1
velatura1 s. f. [der. di velare2]. – 1. a. L’azione e l’operazione di velare, il fatto di venire velato, soprattutto nel sign. estens. di stendere o spargere su una superficie un leggero strato [...] che ne nasconda solo parzialmente l’aspetto formandovi sopra come un velo: dare una v. di colore alla parete, di vernice all’uscio; fare la v. a una torta. b. In partic., nella tecnica pittorica, l’operazione e il procedimento di velare un dipinto ...
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agucchiare
v. intr. [der. di ago] (io agùcchio, ecc.; aus. avere). – Lavorare con l’ago, senza molta cura o voglia, spesso per passatempo: una vecchierella agucchiava sull’uscio. Anche trans.: s’affretta [...] Una camicia bianca ad a. (Carducci) ...
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tabarro
s. m. [dal fr. ant. tabard (forse di origine germ.), da cui anche lo spagn. tabardo]. – Ampio e pesante mantello da uomo, indossato, nei secoli scorsi (e ancora talvolta nella Bassa Padana), [...] : acciò che tu mi creda io ti lascerò pegno questo mio t. (Boccaccio); il nonno ora stava meglio, e lo mettevano sull’uscio, al sole, avvolto nel t. (Verga); a Venezia, nel sec. 18°, designava in partic. un mantello portato dai nobili, di panno scuro ...
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gattaiola
gattaiòla (letter. gattaiuòla) s. f. [der. di gatto]. – Apertura fatta nella parte inferiore d’un uscio perché vi possa passare un gatto. Fig., ant., scappatoia, ripiego. ...
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ingangherare
v. tr. [der. di ganghero] (io ingànghero, ecc.), non com. – Inserire, fermare nei gangheri (un uscio, un battente, uno sportello). ...
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muro
s. m. [lat. mūrus] (pl. i muri e, con valore collettivo, le mura). – 1. a. Struttura edilizia parallelepipeda avente le due dimensioni d’altezza e larghezza notevolmente prevalenti rispetto alla [...] meno com. dar del capo), o battere la testa, nel (o al) m., come manifestazione di rabbia o di disperazione; trovarsi fra l’uscio e il m., in una situazione senza via d’uscita; parlare al m., predicare ai m., parlare a chi non vuole intendere; essere ...
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USCIO (A. T., 24-25-26)
Claudia MERLO
Comune della Liguria, in provincia di Genova. Comprende una serie di piccoli centri e aggregati, di cui il principale è Chiesa (361 m. s. m.), sede del comune, sparsi nella boscosa valle del Torrente Recco,...
uscio [plur. uscia, nel Fiore]
Guido Favati
Delle non molte occorrenze del termine (s'incontra usato solo nella Commedia e nel Fiore) quella che ricorre nel contesto più drammatico s'incontra certo in If XXXIII 46, dove il conte Ugolino esprime...