palafreniere
palafrenière (o palafrenièro) s. m. [der. di palafreno]. – Chi, in passato, era adibito alla custodia e al governo di un palafreno, e camminava alla staffa del signore; valletto con funzione [...] di staffiere: arrivati all’uscio di strada, trovarono le due cavalcature in ordine: l’innominato saltò su quella che gli fu presentata da un palafreniere (Manzoni). Nell’ippica, chi ha cura dei cavalli da corsa (sinon. di artiere ippico): i cavalli ...
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espedire
v. tr. [dal lat. expedire, der. di pes pedis col pref. ex-; propr. «liberare i piedi»] (io espedisco, tu espedisci, ecc.), ant. – Rendere spedito, facilitare, sbarazzare, liberare: a fender [...] , libero: già si tacevano i duo pastori, dal cantare espediti (Sannazzaro); sciolto, disimpacciato: con mesta e flebil voce uscìo Espedita e chiarissima favella (Ariosto); veloce, pronto: Né per ciò mutavi il tuo passo Espedito (D’Annunzio); ant ...
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chiacchierio
chiacchierìo s. m. [der. di chiacchierare]. – Rumore confuso di più persone che chiacchierino: cessato per tutto ... ogni ch. di passeggieri (Manzoni); un continuo ch. da un uscio all’altro [...] (Verga); meno com., il chiacchierare insistente e fastidioso di una persona sola: le empiva gli orecchi del suo ch. di femmina maldicente e petulante (D’Annunzio) ...
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scrivente
scrivènte s. m. e f. [part. pres. di scrivere]. – Chi scrive: si piantaron ritti davanti al tavolino, in maniera d’impedire allo s. la vista dell’uscio (Manzoni); anche per indicare, per es. [...] in linguistica, il soggetto di una comunicazione scritta, in contrapp. al parlante, soggetto di una comunicazione verbale. Più com. nell’uso burocr. e amministrativo, in formule usuali nella stesura di ...
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tristo
agg. [lat. trīstis, di etimo oscuro; v. anche triste]. – 1. ant. Mesto, gravemente afflitto e addolorato: sotto quello sporto trovato uno uscio, come che serrato fosse, a piè di quello ... tristo [...] e dolente si pose a stare (Boccaccio); che esprime questo stato d’animo di afflizione: Sembianz’avevan né trista né lieta (Dante); Ne l’ora che comincia i t. lai La rondinella presso a la mattina (Dante); ...
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bussata
s. f. [der. di bussare]. – Atto del bussare, colpo; più frequente il dim. bussatina: diede una leggera bussatina all’uscio; fig., danno, perdita: ha avuto una bella bussata! ...
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chiavistello
chiavistèllo s. m. [lat. *claustellum, dim. di claustrum «serratura», incrociato con clavis «chiave»]. – 1. Sbarra di ferro che scorre entro gli anelli o le asole di una piastra fissata [...] a uno dei battenti di un uscio o di una finestra per tenerlo chiuso (è in genere sinon. di catenaccio, chiavaccio): levare, mettere il ch.; si rinserrarono con tanto di chiavistello (Giusti); troviamo la porta chiusa con il ch. incastrato e suoniamo ...
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essere1
èssere1 v. intr. [lat. esse (volg. *essĕre), pres. sum, da una radice *es-, *s- che ricorre anche nel sanscr. ásti «egli è», gr. ἐστί, osco est, ant. slavo jestŭ, ecc.; il perf. fui da una radice [...] : Iddio è dappertutto; non c’era nessuno per la via; (ci) sono qua io per aiutarti; chi è? (sentendo bussare o suonare all’uscio); siete già qui?; sono io in carne ed ossa; anche di cose: lì vicino c’è una fontana; c’è un ponte che attraversa il ...
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vizzo
agg. [lat. *vietius, comp. di vietus «vizzo», propr. part. pass. di viere «legare»]. – Non più fresco e fiorente, appassito, avvizzito: fiori v.; frutta v.; pere, mele v.; le ghirlande di margherite, [...] ormai vizze, erano tuttora appese all’uscio (Verga); riferito a persona, carni v., che hanno perduto la giovanile sodezza e sono divenute raggrinzite e rugose; il volto v. di un vecchio; gote v.; il naso le si era allungato, affilato e teso sulla ...
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USCIO (A. T., 24-25-26)
Claudia MERLO
Comune della Liguria, in provincia di Genova. Comprende una serie di piccoli centri e aggregati, di cui il principale è Chiesa (361 m. s. m.), sede del comune, sparsi nella boscosa valle del Torrente Recco,...
uscio [plur. uscia, nel Fiore]
Guido Favati
Delle non molte occorrenze del termine (s'incontra usato solo nella Commedia e nel Fiore) quella che ricorre nel contesto più drammatico s'incontra certo in If XXXIII 46, dove il conte Ugolino esprime...