sbatacchiare
v. tr. e intr. [der. di batacchiare, col pref. s- (nel sign. 6), incrociato per il sign. con sbattere] (io sbatàcchio, ecc.). – 1. tr. Sbattere più di una volta, o anche una volta sola, [...] violenza: s. qualcuno per terra, contro il muro; il vento sbatacchiava i panni stesi ad asciugare; partì infuriato sbatacchiando l’uscio (Verga); non potresti fare a meno di s. così lo sportello quando esci dall’auto? Meno com., agitare vigorosamente ...
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asperso
aspèrso agg. [part. pass. di aspergere]. – Bagnato, cosparso, in senso proprio e fig.: gelato in coppa, asperso di liquore e guarnito di panna; D’un bel pallore ha il bianco volto asperso, Come [...] a’ gigli sarian miste viole (T. Tasso); Fuliginoso il volto e d’atro sangue Asperso e di sudore, ... da la mischia uscìo (Parini); un detto d’alcun dolce asperso ... sostegno e cibo Esser solea dell’infelice amante (Leopardi). ...
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intarsiare
v. tr. [der. di tarsìa, col pref. in-1] (io intàrsio, ecc.). – 1. Decorare una superficie, marmorea o soprattutto lignea, commettendo a incastro elementi di varia materia (marmo, pietre dure, [...] legno pregiato), in modo da ottenere disegni ornamentali, figure, scritte, ecc.: i. un tavolino, una cassapanca, gli stipiti d’un uscio; usato assol., e spesso sostantivato, lavorare d’intarsio: l’arte dell’i., la tarsìa. 2. fig. Ornare con elementi ...
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sfondare
v. tr. e intr. [der. di fondo2, col pref. s- (nel sign. 4, ma nel sign. 5 per l’accezione 3)] (io sfóndo, ecc.). – 1. tr. a. Rompere il fondo di un recipiente, spec. con il peso eccessivo del [...] scarpe si sono sfondate subito. b. estens. Schiantare, far cedere un elemento mobile o fisso di chiusura o riparo: s. l’uscio, la porta, il muro, la parete; l’autotreno, sbandando, ha sfondato il parapetto ed è precipitato nel torrente; iperb.: gli ...
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origliare
v. tr. e intr. [dal fr. ant. oreillier «stare ad ascoltare», der. del lat. auricŭla «orecchio»] (io orìglio, ecc.; aus. avere). – Stare ad ascoltare di nascosto, per udire quello che altri [...] una parete, e sim.: origliava i nostri discorsi attraverso la porta socchiusa; origliare è, quando due o più ritiratisi in alcun luogo favellano di segreto, stare di nascoso all’uscio e porgere l’orecchio per sentire quello dicono (Varchi). ...
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incastrare
v. tr. [lat. tardo *incastrare, comp. di in-1 e castrare «tagliare, castrare», o forse der. di castrum «castello, fortezza» (v. incastratura)]. – 1. a. Inserire una cosa o una struttura in [...] costretto da lei a un fidanzamento o al matrimonio. ◆ Part. pass. incastrato, anche come agg.: serratura incastrata nell’uscio; è rimasto con un dito incastrato nella tramoggia; fig.: trovarsi incastrato in una situazione difficile, e sim. Nella ...
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volere2
volére2 v. tr. [lat. *vŏlēre, per il classico velle, formato su volo, volebam, volui] (pres. indic. vòglio [tosc., in proclisi, vo’], vuòi [poet. vuòli], vuòle [poet. o pop. vòle], vogliamo, [...] là un signore che ti vuole; signora, la vogliono al telefono; chi volete?, con chi desiderate parlare? (a persona che si presenti sull’uscio, in un ufficio, ecc.); se mi vuoi, io sono di là nello studio (se mi cerchi, se hai bisogno di me). Con compl ...
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asserpolarsi
v. rifl. [der. del lat. serpŭla «piccola serpe»] (io mi assèrpolo, ecc.), non com. – Attorcigliarsi, avvolgersi come una serpe: il baco che s’attorce, con parola propria si dice che s’asserpola [...] (De Amicis). ◆ Part. pass. asserpolato, anche come agg.: presso l’uscio della mia camera, trovai quasi asserpolato su un baule un giovane smilzo (Pirandello). ...
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subito1
sùbito1 agg. [dal lat. subĭtus, affine a subire «andare sotto, avvicinarsi»], letter. – 1. Improvviso, repentino, che avviene o si manifesta d’un tratto: l’amor di lui, già nel cuor di lei intiepidito, [...] 2. ant. Di persona, impetuoso, impulsivo. ◆ Avv. subitaménte, letter., senza indugio, all’improvviso, d’un tratto: Subitamente questo suono uscìo D’una de l’arche (Dante); quando la giovane il vide, ... subitamente con le braccia aperte gli corse al ...
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i, I
s. f. o m. (radd. sint.). – 1. Nona lettera dell’alfabeto latino, che nell’uso ortografico odierno sostituisce anche, per tutte le parole italiane (eccezion fatta per pochi nomi proprî che conservano [...] cui la terminazione -io è preceduta da vocale o da consonante velare, prepalatale o mediopalatale, per es. gaio, occhio, lancio, raggio, taglio, uscio. Il plurale in -i ha però lo svantaggio di non distinguere i nomi in -io da quelli in -o o in altra ...
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USCIO (A. T., 24-25-26)
Claudia MERLO
Comune della Liguria, in provincia di Genova. Comprende una serie di piccoli centri e aggregati, di cui il principale è Chiesa (361 m. s. m.), sede del comune, sparsi nella boscosa valle del Torrente Recco,...
uscio [plur. uscia, nel Fiore]
Guido Favati
Delle non molte occorrenze del termine (s'incontra usato solo nella Commedia e nel Fiore) quella che ricorre nel contesto più drammatico s'incontra certo in If XXXIII 46, dove il conte Ugolino esprime...