richiamo
s. m. [der. di richiamare]. – L’azione di richiamare, il fatto di venire richiamato, e il modo con il quale si effettuano. In partic.: 1. a. L’azione di chiamare e il fatto di essere chiamato nuovamente: r. in servizio (per es., di un impiegato o funzionario già collocato a riposo); r. alle armi, la chiamata in servizio del militare in congedo (avviso, ordine di r. alle armi; è stato disposto il r. di alcune classi). b. Invito oppure ordine di fare ritorno, di rientrare: r. del proprio rappresentante; r. dell’ispettore da una missione; r. di un ambasciatore, di un agente diplomatico, come atto disposto dallo stato inviante per cause varie, ma indipendenti dai rapporti con l’altro stato; r. di una divisione dal fronte; r. dall’esilio. c. Invito, sollecitazione a ritornare a un determinato atteggiamento o modo di comportarsi: r. alla realtà, da uno stato di illusione, di sogno; r. all’ordine, al dovere, alla disciplina. Quindi, con uso assol., avvertimento che costituisce un rimprovero, riprensione: il r. del capufficio lo lasciò indifferente; nonostante i continui r. dell’insegnante, seguitò a non studiare. d. Richiesta di riconsegna, di restituzione, di rinvio: r. di effetti, nel linguaggio bancario, l’ordine che un cliente dà a una banca di restituirgli l’effetto rimesso precedentemente per l’incasso; r. di decimi, nelle società per azioni, l’invito della società ai proprietarî di azioni non ancora interamente pagate di versare i decimi ancora dovuti. e. In medicina, iniezione di r., o assol. richiamo, la reinoculazione di una sostanza (per lo più vaccino o anatossina), per consolidare uno stato di immunità, in precedenza acquisita in seguito a iniezioni della stessa sostanza. 2. a. L’azione di chiamare a sé; voce, gesto, o altro mezzo con cui si richiama qualcuno: si udirono da lontano i suoi disperati r.; accorrere al r. della madre malata, d’un amico in gravi difficoltà, della patria in pericolo. In usi fig.: il r. della natura, del mare, della montagna; Il r. della foresta, titolo di un noto romanzo di J. London (in ingl. The call of the wild, 1903), divenuto proverbiale per indicare l’insorgere del primitivo istinto selvaggio nell’animale che si sia per qualche tempo accostato alla civiltà e all’uomo, e per traslato la prepotente nostalgia che può sentire una persona di tornare a un modo di vita più libero e naturale. b. Attrazione, allettamento: le vetrine delle pasticcerie esercitano un irresistibile r. sui golosi; mezzo per allettare, per attirare: fare da r., servire di richiamo. In partic., nella tecnica venatoria, richiami, gli uccelli (r. vivi) o gli strumenti, gli arnesi e gli altri mezzi (r. artificiali), impiegati per allettare e attirare gli uccelli che si cacciano; in botanica, funzione di r. o adescativa, che ha lo scopo di attirare gli animali (insetti, ecc.) pronubi dell’impollinazione o agenti della disseminazione, esplicata tipicamente dai colori, odori, ecc. degli antofilli nel primo caso, dei frutti e dei semi nel secondo (v. disseminazione; impollinazione). Sempre con lo stesso senso generico, r. pubblicitario, r. per il pubblico, o semplicem. r., ogni mezzo di cui si serve la pubblicità per attirare l’attenzione del pubblico (cfr. il fr. réclame). c. In fisica, forza di r., qualsiasi forza che tenda a riportare una massa (puntiforme), sollecitata a muoversi dalla sua posizione di equilibrio, verso questa posizione. R. d’aria, corrente d’aria provocata da una depressione. 3. a. Segno, costituito da un asterisco, da un numero, da una lettera, con cui, in uno scritto o in un’opera a stampa, si rinvia a una nota posta a piè di pagina o in fondo al volume. b. Nelle bozze di stampa, segno (detto anche segno di r.) che si fa nel luogo dove va eseguita una correzione, e che si ripete in margine con accanto la correzione da eseguire. In tipografia, anche il segno che il correttore traccia sull’originale per indicare il punto dove è giunto con la lettura o per avvertire che un brano è stato omesso dal compositore. c. Nelle opere di consultazione dove le parole sono registrate in ordine alfabetico, come dizionarî, enciclopedie, ecc., la prima e l’ultima parola d’una pagina, stampata in modo visibile a capo della pagina stessa per agevolare la consultazione dell’opera. d. Nei manoscritti, a partire dalla fine dell’alto medioevo, e negli incunaboli, parola o serie di parole poste in fondo a ogni quaderno come anticipazione di quelle con le quali inizia il fascicolo seguente; nei libri a stampa, il richiamo consiste nella frase, parola o sillaba poste in prossimità dell’ultima riga (spesso sotto di essa) della pagina pari, per anticipare la frase, parola o sillaba della pagina dispari successiva, allo scopo di favorire la corretta successione delle carte. Con queste accezioni, è sinon. di parola d’ordine. e. Menzione che di una parola, di un nome, di un titolo, di un passo, di un argomento, ecc., si fa in un contesto qualsiasi, rinviando al luogo della stessa opera o di altra opera dove quella parola, quel nome, ecc., si trovano spiegati, sviluppati, illustrati. Anche, la menzione, in una scheda bibliografica relativa a un’opera, di un’altra o di più altre opere che trattino concetti o argomenti affini. 4. ant. Lamentanza, protesta, ricorso giudiziario o amministrativo (equi-valente dell’odierno reclamo); fare r. ad alcuno, appellarsi a una persona, soprattutto allo scopo di ottenere giustizia; scrivo un r. in appello per lite perduta dai miei (Tommaseo).