ricondurre
v. tr. [dal lat. reconducĕre, comp. di re- e conducĕre «condurre»] (coniug. come condurre). – 1. Condurre di nuovo: m’invita spesso a cena, ma mi riconduce sempre alla solita trattoria; m’aveva promesso di ricondurmi la domenica dopo a vedere la partita; r. il proprio esercito alla vittoria; come intr. pron., ant., ricondursi in un luogo, tornarvi ancora. 2. a. Condurre, far tornare al luogo di partenza o comunque al luogo in cui qualcuno o qualcosa già si trovava o dal quale o da cui s’era allontanato: il capitano ricondusse in porto la nave danneggiata dalla tempesta; disse che non si sentiva bene e lo pregò di ricondurla a casa; l’evaso fu subito ricondotto in prigione; r. all’ovile la pecorella smarrita (anche fig., riportare alla retta via chi ha sbagliato o peccato). In usi fig.: r. la questione al punto di partenza, ai suoi termini essenziali; r. la pace, la serenità nella famiglia; tentare di r. l’ordine in un ufficio, e di r. all’ordine i dipendenti insubordinati; r. un popolo all’osservanza delle leggi; r. alla memoria i fatti passati; r. un peccatore a Dio. b. letter. Ridurre: [il Tempo] mai si posa né s’arresta o torna, Fin che v’ha ricondotti in poca polve (Petrarca); coloro, i quali erano stati e dal padre e dal fratello con sommo onore magnificati, lei ... quasi ad estrema perdizione ricondusse (Sannazzaro). 3. ant. Riconfermare nel servizio militare o, più genericam., nell’incarico o nel servizio stipendiato.