ricreare
(ant. ricrïare) v. tr. [dal lat. recreare, comp. di re- e creare «creare»] (io ricrèo, ecc.; v. creare). – 1. non com. Creare di nuovo: Dio potrebbe distruggere e r. l’universo; rieleggere: ricreare uno console, in Roma antica. 2. a. Ristorare, rinvigorire quasi dando nuova vita: questa pioggia ricrea le campagne riarse; un ricostituente che ricrea le forze; anche assol.: un venticello, un’aria balsamica che ricrea. Con sogg. di persona, ormai ant., ristorare con cibi e bevande; anche nel rifl.: l’abate co’ suoi alquanto si ricreò e qual fosse la sua vita stata narrò loro (Boccaccio). b. Distrarre, rasserenare, dando riposo e svago: una buona lettura ricrea la mente; e assol.: è uno spettacolo che ricrea; da questo terrazzo si gode una vista che ricrea. Riferito a persona, in usi ormai ant. o rari: lo ricreò con i suoi racconti; più com. al rifl., svagarsi con il riposo o con distrazioni tranquille e serene: dopo tanto lavoro sentiva il bisogno di ricrearsi nella pace della campagna; ed era il luogo dove i signori venivano in carrozza a ricrearsi delle fatiche della giornata (Manzoni). c. letter. Rianimare, riconfortare: Scendi e ricrea; rïanima I cor nel dubbio estinti (Manzoni); nel rifl.: E quasi peregrin che si ricrea Nel tempio del suo voto riguardando (Dante).