ridestare
v. tr. [comp. di ri- e destare] (io ridésto, ecc.). – 1. Destare di nuovo: mi ero appena riaddormentato quando lo squillo del telefono mi ridestò; nell’intr. pron., destarsi di nuovo: riuscì a dormire un’altra ora e si ridestò più riposato. 2. Con lo stesso valore del semplice destare, ma con tono più elevato e con usi più limitati: un suono di campane l’aveva ridestato; si ridestò dalle sue fantasticherie; più frequente in senso fig., ravvivare, far rinascere: il sole sorgendo ridestava la natura; sotto la pioggia le piante sembravano ridestarsi; al mattino la vita si ridesta nelle vie della città; nella pace della campagna sentiva ridestarsi le forze indebolite dalla malattia; il vento, ridestato dalle ombre, strisciava lungo le architetture geometriche della Fortezza (Buzzati). Più spesso di sentimenti, pensieri, ricordi sopiti, illanguiditi, dimenticati: quella lettera gli ridestò l’antica passione; la vista di quei colli ridesta in me mille memorie; a quella incauta parola il suo sdegno si ridestò; si ridestavano a poco a poco i suoi sospetti; si ridestò in lui l’antico entusiasmo. ◆ Part. pass. ridestato, poet. ridésto, anche con valore intr.: Pria che l’aurora in ciel fosse ridesta (Leopardi); con valore di agg.: il ridestato amore delle arti.