riferimento
riferiménto s. m. [der. di riferire2]. – La azione di riferire, il fatto di venire riferito, e il modo o il mezzo stesso con cui si attuano, soprattutto nei seguenti sign. e usi: 1. Rimando, rinvio a persona o a cosa diversa, ad altro: un manuale di fisica in cui vi sono continui r. a Einstein, o alla teoria della relatività; un’ampia relazione, ma con scarsi r. al problema specifico in questione. In partic., in diritto, r. del giuramento decisorio, l’atto con cui la parte cui è stato deferito il giuramento può riferirlo all’altra parte, finché non abbia dichiarato di essere pronta a giurare. 2. Istituzione di una relazione o di un rapporto, di una connessione, tra due o più fatti, situazioni o enti concreti o astratti; con valore più concr., l’oggetto o l’elemento stesso che li costituisce. In usi generici, è com. soprattutto nell’espressione fare r. a ..., stabilire esplicitamente un rapporto o una connessione con qualcosa d’altro: facendo r. a quanto ho detto nelle premesse ...; la sentenza fa r. a un articolo da tempo inoperante del codice penale; nelle locuz. in r. a o con r. a, frequenti soprattutto nell’uso burocr. e comm. in lettere di risposta: in r. alla nota ministeriale del ...; con r. alla V/a richiesta ...; e nella locuz. punto di r., o assol. riferimento, punto del terreno, o altro elemento ben visibile e rilevabile, cui ci si rapporta per orientarsi o per determinare una posizione relativa: per non perderci, prendiamo come punto di r. il campanile del villaggio; l’unico r., di notte, sono le stelle; e in usi fig.: la polizia non ha alcun punto di r., o manca di r. precisi, e le indagini vanno quindi a rilento. In usi e sign. scientifici e tecnici partic.: a. In diritto civile, canone a r. (di affitto di un fondo rustico), canone in denaro, pattuito con riferimento al prezzo di determinate quantità di prodotti; prezzo di compra-vendita a r., rapportato, con esplicita pattuizione, al prezzo medio che la merce venduta avrà nei listini ufficiali (o secondo altri criterî concordati). b. In semantica, come corrispondente dell’ingl. reference, lo stabilirsi di un rapporto tra una parola o un’espressione (detta referendo) e un contenuto mentale o lo stesso oggetto concreto (detto referente) cui il parlante si riferisce quando usa quella determinata parola o espressione. c. In psichiatria, delirio di r., l’ideazione patologica per la quale un soggetto ritiene che avvenimenti del tutto casuali, come una frase pronunciata da una persona qualunque o una notizia ascoltata alla televisione, si riferiscano a lui. d. In geometria e in fisica, sistema di r., schema geometrico rappresentante un ente al quale si debba riferire un altro ente o fenomeno; più precisamente, insieme di elementi (assi coordinati, unità di misura, ecc.) che permette di associare a ogni ente geometrico (punto, retta, ecc.) uno o più enti analitici (coordinate, equazioni, ecc.): r. cartesiano, r. proiettivo, r. polare, tipi di riferimenti geometrici (v. ai singoli agg.); r. inerziale o galileiano, che si muove di moto rettilineo uniforme rispetto ad altro riferimento fisso; terna di r., i tre assi orientati concorrenti sull’origine di un riferimento cartesiano dello spazio ordinario. In fisica e nella tecnica sono detti di riferimento particolari valori di certe grandezze utili per la descrizione di fenomeni (pressione di r., temperatura di r., ecc.), e nella tecnologia meccanica le parti di un pezzo in lavorazione predisposte per il bloccaggio del pezzo stesso alla macchina utensile. e. In aeronautica, sono chiamati riferimenti i segni convenzionali tracciati chiaramente a terra per indicare a chi sta a bordo dell’aeromobile il nome della località, per facilitarne l’orientamento o per altre finalità specifiche.