rifinire
v. tr. [comp. di ri- e finire] (io rifinisco, tu rifinisci, ecc.). – 1. non com. Finire di nuovo, per la seconda o per un’ulteriore volta: vedrai che rifinirà il discorso con le solite parole; abbiamo già rifinito i soldi. 2. Ultimare, completare procedendo agli ultimi ritocchi o aggiungendo elementi mancanti; condurre a termine un lavoro a regola d’arte, realizzandolo al più alto livello di perfezione in tutti i particolari: r. un mobile, una cornice, uno strumento musicale, una cartella di pelle, un abito, una vettura; per estens.: r. un romanzo, una commedia, un dipinto. 3. Nel linguaggio sport., e in partic. nel calcio e in altri giochi di squadra, effettuare il passaggio conclusivo che pone un compagno in condizioni di concludere a rete. 4. tosc. a. Consumare fino in fondo, esaurire: ha rifinito quel piccolo patrimonio che aveva ereditato; la fatica e le sofferenze gli hanno rifinito le forze. Con compl. ogg. di persona, ridurre in cattive condizioni fisiche ed economiche: il lavoro e le privazioni l’hanno rifinita, quella poveretta; è caduto nelle mani di uno strozzino che lo sta rifinendo; come intr. pron., perdere le forze e la salute, ogni risorsa economica: a forza di lavorare giorno e notte si sta rifinendo; rifinirsi con il gioco, con speculazioni sbagliate. b. non com. Smettere, cessare: non rifinisce mai di rimproverarmi, di brontolare. c. raro. Con uso intr. (aus. avere), contentare, andare a genio, convincere del tutto, in frasi negative come: ha fatto un certo discorso che non mi rifinisce; quel tipo, con quella faccia, non mi ha mai rifinito. ◆ Part. pass. rifinito, frequente come agg. (v. la voce).