rigido
rìgido agg. [dal lat. rigĭdus, der. di rigēre «essere rigido»]. – 1. a. Con riferimento a un oggetto o a un materiale, che non si lascia facilmente deformare, che resiste all’azione di forze tendenti a deformarlo; quindi duro, non elastico, non flessibile: un bastone r.; una sbarretta (una riga di metallo, di materiali plastici) rigida. In partic., in fisica, corpo r. o sistema r., corpo, o sistema di più corpi, indeformabile qualunque sia la sollecitazione a cui è sottoposto, ossia tale che la distanza tra due suoi punti comunque scelti rimanga inalterata durante il moto o quando i punti siano sollecitati da forze; moto r., moto di un sistema che si comporta come se fosse rigido; nella tecnica, corpo r. a flessione, a torsione, corpo che, sottoposto a flessione o torsione, subisce deformazioni trascurabili. In informatica, disco r. o, con termine ingl., hard disk (v.), disco magnetico ad alta capacità di memoria (da qualche decina a varie migliaia di megabyte) realizzato con materiale rigido (e contrapposto al disco flessibile o floppy disk); è detto anche disco fisso, in quanto è generalmente sigillato in un contenitore dotato di un dispositivo di rotazione e di una testina per la lettura e scrittura di dati. In geologia strutturale, comportamento r., assetto tettonico caratterizzato da sistemi di faglie che rocce e formazioni rocciose massive acquisiscono in seguito a sollecitazioni diastrofiche. b. Del corpo umano e delle membra, che hanno perso l’elasticità e la flessibilità, e in alcuni casi la funzione e la possibilità stessa di movimento, o che hanno assunto volontariamente tale stato: giaceva disteso e r. come un cadavere; aveva un braccio r.; teneva le dita r. sul volante; ho le membra r. (più com. irrigidite) per il freddo; il caporale stava r. sull’attenti. 2. Con riguardo a condizioni atmosferiche, assai freddo: febbraio è stato molto r.; nel più r. inverno; i giorni sono miti, ma le notti sono molto r.; clima r., stagione r.; senti che aria r.!; più raram. di luogo in cui faccia assai freddo: fra le r. alpi (Boccaccio). 3. fig. a. Dell’atteggiamento esteriore della persona, in quanto manifesta con l’immobilità o la durezza del volto un atteggiamento interno di severità, di austerità, d’inflessibilità (o, al contrario, è assunto per comprimere e nascondere i veri sentimenti interni): i suoi lineamenti r. non esprimevano la minima emozione; il soldano in presenzia di molti con r. viso a Ambruogiuol comandò ... (Boccaccio); Facea sovente pe’ boschi soggiorno, Inculto sempre e r. in aspetto (Poliziano). b. Che non si lascia piegare, smuovere, impietosire, distogliere dal proprio proposito, quindi austero, aspro, severo, detto non solamente della persona ma anche dei suoi atteggiamenti, del suo comportamento, delle sue convinzioni: è un uomo r., o di costumi r., di r. principî morali, ecc.; giudice, professore, educatore r.; un r. censore; r. difensore della costituzione, della libertà; sei troppo r. con i tuoi dipendenti; in partic., una donna r. (in usi letter. e ormai rari), che conserva e difende con austerità la propria onestà e castità: lei dura ancor si mostra a Lauro, Rigida più che a Roma già Lucrezia (Poliziano). Analogam., di cosa che sia condotta, tenuta, stabilita con rigore, inflessibilmente: una r. giustizia; disciplina r.; r. pena; ha avuto un’educazione eccessivamente r.; norme r. di vita; regola religiosa molto r.; una r. applicazione dei regolamenti. c. Con usi e sign. specifici: in diritto costituzionale, costituzione r., fondata su principî che non possono venire facilmente modificati (contrapp. a costituzione flessibile); in economia, domanda r., offerta r., domanda, offerta (di un bene o di un fattore produttivo) poco sensibile alle variazioni del prezzo (v. rigidità). ◆ Dim. rigidétto, rigidino, detto soprattutto del tempo, della stagione, o, scherz., dell’atteggiamento morale, della disciplina. ◆ Avv. rigidaménte, con rigidezza, soprattutto morale: educare rigidamente i giovani; procedere, giudicare rigidamente; una disciplina troppo rigidamente intesa e attuata; seguire, o far osservare, rigidamente le disposizioni superiori.