rima2
rima2 s. f. [dal lat. rima]. – Propr., fenditura, fessura, crepa. Il termine (che è conservato in dialetti alpini per indicare, per es., i solchi della mano o fessure, crepe sulla roccia e sul ghiaccio) è soprattutto frequente nel linguaggio medico, dove designa in genere una fessura lineare posta tra due parti omologhe adiacenti: r. labiale, palpebrale, ecc.; r. di frattura, la fessura lineare che separa i monconi dell’osso fratturato. In partic., in anatomia e fisiologia umana e in fonetica, rima della glottide o glottidea, sinon. di glottide, la zona più stretta della cavità della laringe, formata da una parte anteriore, compresa tra i margini mediali delle pliche vocali, e una posteriore, situata tra le basi delle cartilagini aritenoidi e i fasci trasversi del muscolo aritenoideo. Nella respirazione e nella fonazione, queste due porzioni possono operare come un tutto unico oppure assumere posizioni diverse; nella respirazione, pliche vocali e fasci aritenoidei si trovano allontanati. Nella produzione della voce, del bisbiglio, del soffio, le due porzioni agiscono in modo indipendente: nel caso della voce, la parte vocale è in vibrazione, la parte interaritenoidea è chiusa; nel caso del bisbiglio la parte vocale è chiusa e quella interaritenoidea è aperta per produrre una sorta di fricativa; nel soffio, il diametro trasversale della rima è massimo all’altezza del confine tra la parte vocale e quella interaritenoidea. Se l’apertura dell’interaritenoidea si combina con le vibrazioni della parte vocale il risultato è una miscela di suono e di fruscio (questa miscela è appunto la parte cosiddetta «aspirata» delle articolazioni occlusive aspirate sonore).