rimbalzo
s. m. [der. di rimbalzare]. – Il fatto di rimbalzare: il pallone, dopo un r., entrò in porta; il ciottolo fece un r. e affondò nello stagno. Com. la locuz. avv. di r. (anticam. anche a r.), durante, dopo il rimbalzo: colpire di r., esser colpito di r., da un corpo che ha già urtato contro altro corpo (il proiettile, per fortuna, l’ha colpito solo di r.); meno com. in senso fig., di riflesso, indirettamente: ciascuno a me si volse Con altri che l’udiron di r. (Dante); l’accusa, l’offesa, il danno colpisce, tocca di r. anche me. In partic.: 1. In artiglieria, fenomeno consistente nella prosecuzione della traiettoria di un proietto dopo l’urto contro il bersaglio, o altro ostacolo, per mancata penetrazione dovuta a insufficiente angolo d’impatto. 2. a. Nella pallacanestro, ricupero del pallone in ricaduta dal tabellone dopo un tiro che ha mancato il canestro. b. Nel gioco del rugby, calcio di r., eseguito lasciando cadere il pallone dalla mano (o dalle mani) sul terreno e calciandolo al primo rimbalzo, appena si alza. 3. In medicina, evento fisiologico o patologico caratterizzato da una risposta molto o troppo vivace dei meccanismi omeostatici o di regolazione dell’attività riflessa di fronte a condizioni artificialmente indotte. Tipico fenomeno di rimbalzo nel soggetto normale, è la diminuzione della glicemia al di sotto dei valori abituali, dopo una fase moderatamente iperglicemica indotta da elevate dosi di zucchero.