rimediare
v. tr. e intr. [dal lat. remediare, der. di remedium «rimedio»; nel sign. 2, ha ereditato le funzioni dell’ant. rimedire] (io rimèdio, ecc.; come intr., aus. avere). – 1. Portare, porre rimedio. Raro in senso proprio, riferito cioè a mali fisici, e per lo più con uso intr. (con la prep. a): a queste malattie è difficile r.; è invece com. nel sign. di porre riparo, trovare una soluzione soddisfacente a situazioni e avvenimenti che comportino un grave danno o pericolo: ha promesso che rimedierà lui la faccenda; non ti preoccupare, tutto è rimediato; è uno sbaglio che non si può r.; nell’intr.: per r. al danno, ha fatto peggio; per r. al passivo della ditta ci vorrebbe qualche miliardo; cerca di r. in qualche modo al male che hai fatto; e assol.: e ora, come si rimedia?; se Dio non ci rimedia ... Per estens., provvedere: se non ci sono più denari in cassa, spetta a te r.; non ti dar pensiero per la tua assenza, penserò io a rimediare. 2. tr., fam. Trovare, procurarsi, mettere insieme con fatica, a stento, o alla meglio (di uso frequente soprattutto nell’Italia centrale): con qualche lavoretto che fa qua e là, rimedia sì e no trenta euro al giorno; riuscì a malapena a r. un posto a sedere per la moglie; iron., di qualcosa di dannoso o spiacevole: ci ha rimediato un paio di schiaffi; finirà col rimediarsi un raffreddore. Di indumenti, farli o raccomodarli alla meglio: guarda se da questa stoffa puoi rimediarci un paio di pantaloncini. ◆ Part. pass. rimediato, anche come agg., aggiustato, messo a posto; nel sign. 2, procurato, messo insieme, aggiustato con fatica o alla meglio: un pasto rimediato; un vestito rimediato.