rimessa
riméssa s. f. [femm. sostantivato di rimesso, part. pass. di rimettere]. – 1. L’azione di rimettere, il fatto di venire rimesso, nel sign. di «mettere di nuovo» o di «ricondurre allo stato precedente», ma solo in alcune espressioni in cui è seguìto da un determinato complemento: r. di nuovi germogli, riferito a piante (anche con valore concr., come sinon. di rimessiticcio, il nuovo germoglio); r. in scena di una commedia; r. in volo di un aereo, il ritorno al volo normale dopo un’evoluzione o un’acrobazia: effettuare la r. in volo dalla scivolata; r. a nuovo, in sesto, in ordine (di una casa, di un appartamento, di un’azienda, ecc.); r. all’ordine del giorno di un problema da discutere, di una proposta di delibera; r. in vendita, all’asta di un articolo, di un oggetto. 2. a. L’operazione di rimettere, il fatto di venire rimesso, nel sign. di «mettere al riparo» bestiame, prodotti e attrezzi agricoli, mezzi di trasporto: fare la r. delle vacche al pascolo, del gregge; provvedere in tempo alla r. del raccolto, del grano, delle olive (e assol., con valore estens. e più concr., fare una buona r., una buona raccolta); capannone, tettoia per la r. degli attrezzi, delle macchine agricole; personale addetto alla r. dei mezzi di trasporto pubblici. Nel linguaggio venatorio, il rimettersi, il cambiare posto, dei selvatici cacciati: il cane non è riuscito a ritrovare le starne dopo la rimessa. b. Con valore concr., il luogo o l’ambiente, cioè il ricovero o il riparo, il magazzino o il deposito, in cui si rimettono il bestiame, i prodotti e gli attrezzi agricoli, i mezzi di trasporto: portare, mettere il grano, il fieno nella r.; costruire una r. per gli attrezzi, per le macchine agricole; r. per carrozze, per carri a trazione animale; r. per autoveicoli (più com. autorimessa o garage); r. per autobus, filobus, vetture tranviarie o ferroviarie, locomotive e locomotori, e altri mezzi di trasporto pubblico (più com. deposito). In partic., servizio di rimessa, e noleggio di r., vettura di r., di noleggio privato, o che non sono destinati al normale servizio pubblico o di piazza. c. Nel linguaggio venatorio, il luogo dove i selvatici cacciati vanno a rifugiarsi: il cane ha ritrovato la r. della lepre; il luogo, l’ambiente adatto alla vita normale degli animali selvatici, in cui cioè possono trovare più agevolmente cibo e riparo. 3. Nell’industria tessile, l’insieme dei licci necessarî per eseguire un dato intreccio durante l’incorsatura. 4. Nel linguaggio sportivo, l’azione, e il tiro o il lancio con cui si effettua, di rimandare o di rimettere in gioco la palla o il pallone, o di rispondere a un’azione dell’avversario. In partic.: a. Nel tennis, il colpo (detto anche ribattuta) che il giocatore effettua in risposta al servizio dell’avversario: ha un forte dritto di r.; per estens., la parte che risponde al servizio: vantaggio alla rimessa. Nel tamburello e in altri giochi, l’azione di respingere la palla tirata dall’avversario. b. Nel calcio, nella pallacanestro e in altri sport, il rilancio della palla nel terreno di gara, effettuato da un giocatore della squadra avversaria di quella che ha commesso il fallo, o anche dall’arbitro, quando l’interruzione del gioco sia stata provocata da cause non tecniche (per es., dalla necessità di soccorrere un giocatore, da un’invasione di campo, ecc.); r. (o rinvio) dal fondo, quando la palla ha oltrepassato la linea di fondo; r. laterale (o dalla linea laterale), in seguito a fallo laterale; r. a due, nella pallacanestro, effettuata dall’arbitro alzando la palla fra due avversarî. c. Nella scherma, azione che l’attaccante fa seguire a una sua azione offensiva quando l’avversario, dopo aver parato, tarda a rispondere. d. Nel calcio e in altri sport, azione di r., attuata in risposta e in diretta reazione a un attacco dell’avversario; giocare di r., fare un gioco di r. (nel pugilato, boxare di r., e analogam. tiro di r.), lasciare l’iniziativa all’avversario, inducendolo a sbilanciarsi per cercare di superarlo in contropiede. Di qui l’espressione giocare di r., affermatasi in senso fig. anche nell’uso corrente, e soprattutto nel linguaggio politico e giornalistico, lasciare ogni inziativa all’avversario per intervenire al momento opportuno, quando questo abbia commesso un errore o si trovi comunque in difficoltà: l’opposizione, in parlamento, sta giocando di rimessa. 5. a. Spedizione, trasmissione per la consegna al destinatario : l’invio delle bozze sarà fatto in due r. successive; pagherò la merce alla r., a invio avvenuto. In partic., nel linguaggio di banca e comm., trasmissione di titoli, valori, fondi, e in partic. l’operazione che dà diritto a un accreditamento in conto corrente: lettera di rimessa (o accompagnatoria), la lettera con cui si accompagnano i titoli presentati a una banca, contenente anche la distinta dei titoli stessi; rimessa (e fare, ricevere una r.), la divisa che il debitore invia al creditore a regolamento del suo debito in moneta estera: r. continuata, nelle operazioni di cambio, l’operazione di arbitraggio di cambio indiretto che si svolge mediante l’invio di divise estere da una piazza operante all’altra e così di seguito fino alla piazza calcolata, allo scopo di speculare sulle differenze dei cambî o per regolare nel modo più conveniente un debito o credito in moneta estera; r. finanziaria, l’invio di fondi fatto dal debitore al creditore a regolamento del suo debito; r. telegrafica, la trasmissione di fondi eseguita mediante il pagamento all’interessato da parte di un ufficio postale (o banca), preavvisato telegraficamente da un altro ufficio (o banca) dell’avvenuto versamento presso di esso della somma equivalente. Rimesse degli emigrati, termine generico con cui si comprendono tutte le possibili forme d’invio di denaro dall’estero da parte degli emigrati alle loro famiglie o per costituzione di fondi in patria: costituiscono un’importante partita compensativa del deficit della bilancia commerciale italiana. b. Nell’uso ant. il termine servì a indicare la reimportazione di merci, e anche il versamento di tributi o altro, il pagamento mediante invio di lettera di cambio, la presentazione dello stato dei conti. 6. Il fatto di rimetterci economicamente, di subire una perdita o uno scapito: non voglio impicciarmi in un affare dove c’è sicura r.; nella compravendita di immobili raramente c’è r.; è stato costretto a vendere a r., sottocosto; chiudere la gestione di un’azienda commerciale in r., in perdita. ◆ Dim. rimessina, e region. anche rimessino m., solo nel sign. 2 b, piccolo magazzino (nella Campagna Romana, piccolo ricovero per tenervi al riparo le bestie); accr. rimessóna, o anche rimessóne m., solo nel sign. 2 b, grande rimessa o magazzino; pegg. rimessàccia.