rimirare
v. tr. e intr. [comp. di ri- e mirare]. – 1. tr., letter. Mirare, guardare di nuovo: l’animo mio, ch’ancor fuggiva, Si volse a retro a rimirar lo passo (Dante). Più spesso come equivalente di mirare, talvolta con valore intens., guardare con attenzione o meraviglia: assai con l’occhio bieco Mi rimiraron sanza far parola (Dante); r. un quadro, un panorama; e, con uso assol.: si turba Lo montanaro, e rimirando ammuta (Dante); talvolta nel semplice sign. di guardare o vedere: al letto in ch’io languisco Vien tal ch’a pena a rimirar l’ardisco (Petrarca), appare Laura in tal forma che appena ardisco guardarla; Ma né più rimirò dalle natie Cime eliconie il cocchio aureo del sole (Foscolo, riferendosi al cieco Tiresia); più frequente, anche nell’uso com., nel rifl.: si rimirava allo specchio. 2. intr. (aus. avere), non com. Prendere di nuovo la mira: r. al bersaglio.