rinculare
v. intr. e tr. [der. di culo, col pref. rin-]. – 1. intr. a. (aus. essere e avere) Muoversi all’indietro, arretrare indietreggiando, riferito ad animali da sella, da tiro e da basto (per i cavalli il rinculare per diagonale è un movimento normale): il cavallo, il mulo, il somaro si fermò e cominciò a r.; far r. un paio di buoi. In usi letter. o rari, riferito a persone: Rinculò de’ Troiani, al suo cadere, La fronte, rinculò lo stesso Ettorre (V. Monti); guardava il suo uditorio e si allontanava rinculando a piccoli passi (Jovine). b. (aus. avere) Effettuare il rinculo, di bocche da fuoco: il cannone ha rinculato e si è spostato. 2. tr. a. volg. Forma intensiva di inculare. b. ant. Fare indietreggiare, respingere: E tratta [la spada] dalla guaina si fa incontro al calonaco [= canonico], tanto che lo rinculò nella sala (Sacchetti). ◆ Part. pass. rinculato, anche come agg., in araldica, attributo del cavallo inalberato e posato sulla parte posteriore, o di due crescenti addossati, uno montante e l’altro riversato.