rintanarsi
v. intr. pron. [comp. di r- e intanarsi]. – Intanarsi di nuovo, rientrare nella tana; spesso come equivalente, più com. e più enfatico, del semplice intanarsi, entrare nella tana: la lepre, inseguita dai cani, si rintanò; e, per estens., rifugiarsi, nascondersi: la fuga precipitosa dei saraghi che correvano a rintanarsi negli spacchi della roccia (Raffaele La Capria); il gatto si è rintanato in soffitta; non riesco a incontrarmi con lui, chi sa dove si sarà rintanato. Raro e ant. l’uso trans., far rientrare nella tana, nascondere. ◆ Part. pass. rintanato, anche come agg., di animale, e, in senso fig., di persona: non si faceva più vedere in piazza,... ma stava rintanato in casa, al buio (Verga); più raram. di cosa: si sdraiò in una poltrona rintanata dietro un tavolino, nell’angolo più buio dell’ampia camera (Fogazzaro).