riparazione
riparazióne s. f. [dal lat. tardo reparatio -onis, der. di reparare «riparare1»]. – 1. a. L’azione di riparare, il fatto di venire riparato, e il modo stesso con cui si effettua e il risultato, riferito a danni, mali, offese, difetti materiali e morali: chiedere, ottenere r. di un torto, di un’offesa; dare, concedere r. di un’ingiuria, di un’ingiustizia arrecata; esigere un’equa r. del danno subìto; e con uso specifico nel linguaggio giur.: r. del danno, r. del torto, r. (pecuniaria) degli errori giudiziarî; riparazioni di guerra, o dei danni di guerra (v. guerra), ecc. In partic., esame di r., previsto nel passato ordinamento scolastico (fino al 1995) per gli alunni non approvati in una o più materie nel primo scrutinio finale. Nella teologia cattolica, ristabilimento dell’uomo nell’integrità originale in virtù della Redenzione: in quanto tale è opera del Verbo Incarnato, ma tutti i fedeli possono partecipare all’espiazione e soddisfazione offerta da Cristo a Dio, oltraggiato dal peccato. b. In botanica, fenomeno di rigenerazione per il quale l’organo di una pianta al quale sia stata asportata una parte ripara la perdita ricostituendo la porzione asportata: tali fenomeni sono frequenti nelle alghe, molto più rari nelle piante superiori (per es., l’estremo apice radicale). c. In biologia e medicina, lo stesso (ma meno com.) che processo riparativo (v. riparativo); il termine è usato anche nella patologia molecolare, per indicare il ripristino di una struttura molecolare precedentemente alterata. 2. Accomodatura di oggetti rotti, logori o sciupati: r. di un paio di scarpe, di un pneumatico forato, di un televisore, ecc.; restauro: r. di una casa, della facciata di una chiesa; lavori, spese di r.; una r. perfetta, buona, scadente.