riporto
ripòrto s. m. [der. di riportare]. – 1. ant. Rapporto, relazione di discorsi e notizie. 2. L’azione di riportare, il fatto di venire riportato, nel sign. di portare, trasferire una cosa da un luogo o da un punto a un altro: eseguire il r. delle correzioni, da una copia all’altra di manoscritti, bozze di stampa, libri; segni di riporto, i segni convenzionali usati nella correzione delle bozze di stampa (in quanto vengono tracciati nel punto del testo dove si vuole far eseguire una correzione e si riportano identici al margine); fare il r. di un disegno con il pantografo, riportarlo in una determinata scala; capelli di riporto, riportati, nel pettinarli, dal dietro della testa in avanti o da un lato all’altro, soprattutto per coprire la calvizie: ancora giovane e digià pelato, i capelli di r. gli attraversavano il cranio luccicando sotto il sole per via della brillantina (Pratolini). Usi e sign. tecn. partic.: a. Ricamo a riporto, ricamo in applicazione consistente nel fissare su una stoffa pezzetti di tessuto diverso; con valore concr., il pezzetto di tessuto così applicato: una tovaglia di lino bianca con r. azzurri. b. Nella tecnica delle costruzioni, materiale di r. (o assol. riporto), materiale proveniente da scavi o da demolizioni usato per riempire depressioni o per formare rilevati o argini; terreno di r., terreno costituito da materiale di riporto accumulato secoli prima (r. antico) o in epoca più recente (r. recente). c. In metallurgia, materiale di riporto, il materiale metallico con cui si copre un pezzo con un procedimento di fusione o di elettrodeposizione. d. In matematica, l’operazione che si esegue quando, addizionando numeri in colonna, si ottiene una somma (relativa alle unità di un dato ordine) superiore a 9, che dà quindi luogo a una o più unità dell’ordine superiore: tale operazione consiste nell’addizionare queste unità alle unità dello stesso ordine presenti negli addendi. e. In contabilità, l’operazione di trasferire il numero che rappresenta il totale degli importi di una pagina di un registro o di un rendiconto all’inizio degli importi della pagina successiva; con valore concr., il numero stesso così trasferito. f. In borsa, contratto di r. (o assol. riporto), contratto reale in forza del quale una persona (il riportato) trasferisce in proprietà, per un determinato prezzo, titoli di credito di una data specie a un’altra persona (il riportatore o riportante, meno com. riportista), la quale si obbliga a ritrasferire, alla scadenza del termine stabilito, la proprietà di altrettanti titoli della stessa specie, dietro rimborso del prezzo, che può essere aumentato o diminuito. È sostanzialmente, dal punto di vista economico, un prestito a breve termine garantito da titoli. Giorno dei r., giorno prefissato del calendario borsistico e coincidente abitualmente con la fine del mese operativo, nel quale si stipulano i contratti di riporto. g. In tipografia, difetto di stampa dovuto a scarsa o eccessiva inchiostrazione, consistente in ombre o rigature che riproducono un’altra parte dello stampato. 3. L’azione di riportare, nel sign. di portare indietro: a. Di cani da caccia, il raccogliere e portare al padrone la selvaggina abbattuta, o ferita e ritrovata durante la caccia: r. alla vista, quando il cane riporta la selvaggina perché vede il cacciatore e ne subisce l’influenza; r. alla cerca, quando la riporta anche se si è molto allontanato da lui. Cani da r., razze di cani da caccia particolarmente dotati, per attitudine istintiva, e addestrati per portare la selvaggina al cacciatore: i più noti sono il retriever e lo spaniel. b. Nella scherma, il ritornare da un legamento all’atteggiamento iniziale, senza effettuare disgiunzione, ma con un semplice avvolgimento intorno alla lama dell’avversario. ◆ Dim. riportino, con sign. partic. (v.).