ripudio
ripùdio s. m. [dal lat. repudium, prob. connesso con pes pedis «piede» (propr., l’atto di respingere con il piede)]. – 1. L’azione, l’atto e il fatto di ripudiare chi è legato a noi affettivamente o socialmente: r. della famiglia; r. di un amico, di un’amicizia. In partic., nel diritto matrimoniale di alcuni popoli (per es. nell’Antico Testamento, nel diritto romano, nella legge sacra musulmana), la dichiarazione che un coniuge (il marito) fa all’altro coniuge, con o senza formalità, di volere rompere il vincolo coniugale: è una forma di divorzio unilaterale. 2. Rifiuto di ammettere, riconoscere, conservare come proprio qualche cosa che ci appartiene: r. di un libro, di un romanzo, di un’opera, di cui si è autore; r. della propria fede, di una promessa; r. dell’eredità, rinuncia all’eredità; r. del debito pubblico, esplicita dichiarazione di uno stato di non volere riconoscere il debito complessivo o alcuni debiti contratti da precedenti governi. Per estens., rifiuto deciso, netta opposizione ad accettare qualche cosa: r. di ogni compromesso, di ogni forma d’imposizione.