risanare
v. tr. e intr. [dal lat. tardo resanare, comp. di re- e sanare «guarire»]. – 1. tr. a. Far tornare sano, guarire: il miracolo di Gesù che risana un infermo; lo hanno risanato le cure termali; in usi estens., rendere sano di mente, ragionevole: la paura di andare in prigione gli ha risanato il cervello, lo ha risanato; e fig., liberare da afflizioni dello spirito: Una man sola mi risana e punge (Petrarca, parlando delle sue pene d’amore). b. estens. e fig. Intervenire in situazioni e strutture territoriali ed ecologiche, urbanistiche ed edilizie, tecnologiche, economiche e finanziarie, sociali e politiche, allo stato attuale gravemente negative o compromesse, per migliorarle e riportarle al livello normale di agibilità, di funzionalità e di efficienza (v. risanamento): r. una zona malarica o inquinata, bonificarla; r. un centro o un agglomerato urbano o rurale, un quartiere, una borgata, con interventi di carattere urbanistico-edilizio ma anche economico-sociale; r. i centri storici delle maggiori città, con interventi di conservazione e insieme di rivalorizzazione; r. un complesso abitativo, un edificio o le strutture di un edificio, con interventi edilizî varî; r. il deficit dello stato, le finanze pubbliche, l’amministrazione degli enti locali; r. un’azienda, un’impresa in crisi o dissestata, con interventi finanziarî e anche organizzativi. 2. intr. (aus. essere) Tornare sano, guarire: è risanato dalla polmonite in pochi giorni. ◆ Part. pass. risanato, anche come agg., con il sign. di guarito (rispetto a cui è meno com.): l’ho trovato perfettamente risanato; All’amica risanata, titolo di un’ode del Foscolo dedicata alla contessa A. Fagnani Arese; mi mostrai anche più risanato che non era, e pregai che si sollecitasse la partenza (Pellico).