ristabilire
v. tr. [comp. di ri- e stabilire] (io ristabilisco, tu ristabilisci, ecc.). – 1. Stabilire di nuovo: r. il proprio domicilio, la propria residenza in una città; nel rifl., ristabilirsi in un luogo, tornare a risiedervi. Più com. nel senso di rimettere stabilmente in vigore un’istituzione, un’autorità, una regola soppressa o decaduta o venuta a trovarsi in grave crisi, oppure una situazione che col tempo si era modificata: tentare, vagheggiare di r. la monarchia, il potere temporale dei papi; r. l’ordine in una città ribelle; r. la legge, la disciplina, una consuetudine, un divieto, un principio morale o scientifico; r. la verità dei fatti, portando prove indiscutibili che valgono a distruggere precedenti e false affermazioni. 2. a. Rimettere in buona salute: le cure e il riposo ti ristabiliranno completamente in poco tempo. Più com., nell’intr. pron., ritornare in buona salute, recuperare perfettamente le forze: ristabilirsi da una malattia, da un grave esaurimento; e assol.: mi sono ormai pienamente ristabilito. b. Con riferimento alle condizioni meteorologiche, nell’intr. pron., rimettersi, tornare al bello dopo perturbazioni e condizioni negative: il tempo non accenna a ristabilirsi, o si va ristabilendo. ◆ Part. pass. ristabilito, anche come agg., tornato sano, perfettamente guarito: ti vedo ristabilito; tornò dal mare del tutto ristabilito.